2 Giugno 2017

Raiola sbotta: “Non sopporto la politica del calcio italiano. Fosse per me, cambierei tutto”

Come procuratore, la sua fama lo precede. Ma chissà come sarebbe ai vertici della Lega Calcio. Ecco il suo sfogo
intervista mino raiola

Mino Raiola, intervistato dal Corriere Dello Sport, ha attaccato duramente la politica  del calcio italiano: “Non sopporto più la palude, il gattopardismo, i poltronisti che non se ne vanno mai. Sono scomodo perché dico quello che penso, ma, crescendo in Olanda, ho imparato una massima di vita: il peggior errore che un uomo possa commettere è tacere quando deve parlare – ha sbottato il famosissimo procuratore – Francamente, non m’interessa se qualcuno storce il naso. Bisogna essere forti con i forti e non forti con i deboli”.

STADI – ” Io sono fiero di essere italiano e ti garantisco che, se mi facessero ministro dello sport, con pieni poteri, in cinque anni cambierei tutto. A cominciare dagli stadi: tranne alcune rare eccezioni, sono vecchi, obsoleti, insicuri. Lo sai qual è stata la prima cosa che ha fatto il nuovo proprietario dell’Everton, il multimilionario iraniano Fahrad Moshiri, insieme con i suoi soci? Ha stanziato 350 milioni di sterline per costruire il nuovo Goodison Park in una delle insenature del porto di Liverpool, il Bramley Moore Dock, a Nord rispetto al centro. Oltre allo stadio, l’intera zona verrà riqualificata, sorgeranno un centro residenziale e uno di edilizia popolare, apriranno nuove attività commerciali e di divertimento. E il sindaco di Liverpool ha dato il pieno supporto per questo progetto. Bene, no? Invece, sette anni fa, il gruppo cinese che voleva acquistare l’Inter da Moratti, quando seppe che, per costruire un nuovo impianto a Rogoredo ci sarebbero voluti dai sette ai dieci anni, scappò a gambe levate”.

UN CALCIO ARRENDEVOLE – “Il calcio è il sistema più democratico del mondo se le sue regole funzionano, vengono applicate e se ne impone il rispetto. Ma ti pare possibile che, in questo momento, non ci sia né il presidente della Lega di Serie A, commissariata, né il presidente della Lega di B che finisce commissariata pure quella? – poi conclude –  Eppure, dicono che, quanto a fatturato, il calcio sia una delle prime dieci aziende del Paese. Un Paese che si sta arrendendo quando non bisognerebbe arrendersi mai“. 

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