Ranieri: “Campionato italiano bellissimo. Direi si alla Nazionale. Milan? A chi non piacerebbe allenarlo?”
L'ex allenatore dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello SportL’ex allenatore di Roma, Inter e Juve, Claudio Ranieri, intervistato dal Corriere dello Sport, si è espresso sul campionato italiano che vede attualmente il Napoli in prima posizione, inseguito proprio dai bianconeri e dai nerazzurri: “Mi sembra bellissimo perché ci sono diverse squadre racchiuse in pochi punti. La Lazio deve recuperare una partita, sta a trentatré punti per cui potrebbe arrivare a trentasei. Mi è dispiaciuto per la Sampdoria perché è una squadra che gioca benissimo, ma nelle ultime cinque partite è stata sconfitta tre volte, ha perso dei punti importanti. L’Atalanta è la solita Atalanta, sta facendo bene anche se non come l’anno scorso e questo perché, giocando le coppe, si perdono sempre energie nervose. Però la squadra di Gasperini sta facendo benissimo in Europa e mi auguro possa continuare. Atalanta-Lazio è stata veramente uno spettacolo. Tutte e due le squadre hanno giocato per vincere, molto bene. Gran calcio”.
Capitolo Nazionale: ““La Nazionale non è ai mondiali perché si è perso lo spareggio, preventivabile, essendo capitati nel girone con la Spagna. Andati male gli spareggi, non siamo andati ai mondiali. Ma forse questo potrebbe essere anche un bene perché il calcio italiano va rifondato. Bisogna rimettere la Nazionale al centro di tutto, sennò accontentiamoci, mandiamo le squadre di club a fare il campionato mondiale e lasciamo stare la Nazionale. La Nazionale così non diventa più uno spot del calcio italiano, non genera più l’orgoglio di essere tutti italiani e l’emozione di vivere tutti insieme le estati tifando azzurro, come abbiamo sempre fatto, dal 1962 a oggi”.
La panchina azzurra: “Io credo che tutti gli allenatori vorrebbero allenare la Nazionale italiana. Per il legame con il proprio paese, perché la Nazionale italiana è piena di storia, è nel cuore degli italiani. Io a Nantes sto bene, anzi benissimo. Dovesse arrivare una richiesta certo che andrei dal presidente a chiedergli di lasciarmi libero. Però io credo che ora la cosa più importante sia rifare la federazione, con energie e progetti nuovi. Tutto parte da lì. Dopo, solo dopo, viene l’allenatore. Questo è il calcio, oggi. Progetto e talento, mai separati”.
Futuro al Milan?: “A chi non piacerebbe allenare il Milan? Certo che sta attraversando un momento di diffcoltà e si vede. Ci deve essere prima di tutto la società, con un disegno chiaro e la capacità di far marciare tutte le cose. Poi un allenatore, poi i giocatori. Ma senza una società strutturata è dura”.
Stagione 2009-2010: “Tutti ricordano la partita con la Sampdoria, ma quel risultato in fondo ci stava. Noi avevamo fatto una rimonta incredibile, infilando una serie infinita di risultati positivi e la Samp lottava per entrare in Champions League. Facemmo un primo tempo da favola, il pù bel primo tempo da quando stavo io alla Roma. Vincevamo 1-0, occasioni da rete a non finire e invece nel secondo tempo due invenzioni di Cassano fecero sì che Pazzini ci segnasse due gol. Tutti ricordano quello, va bene, ma io ho sempre sostenuto che lo scudetto è volato via quando abbiamo perso 5 punti con il Livorno che poi è retrocesso. Perdemmo in casa 1-0 e pareggiammo a Livorno, una partita che avevamo in mano, con un calcio di rigore sbagliato. Quelli sono stati i punti che non ci hanno fatto vincere il campionato”.
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