Ranieri: “Ora arriva il difficile, noi ci saremo e voi?”
Ritorna la gioia all’interno dell’ambiente Inter, un’atmosfera che permette di vivere le feste con maggior serenità e tranquillità per apportare quei miglioramenti necessari per non vivere una stagione anonima. Artefice di questa ripresa è anche Claudio Ranieri che ha scelto il palco di Inter Channel per raccontarsi a tutto tondo.
UN RAPPORTO DI LUNGA DATA – Si parte dagli aneddoti, in pieno stile Ranieri, che svelano come l’inizio dei contatti tra il presidente Moratti e l’attuale allenatore nerazzurro partano da molto lontano “L’avevo conosciuto quando ero andato via dal Napoli e lui non era ancora presidente. Eravamo a un derby, Milan-Inter, seduti accanto e lui mi disse “questo è il tuo stadio”, io gli risposi “credo sia più il suo e io le auguro di fare quello che ha fatto suo padre’. Lui l’ha fatto prima di me, poi sono arrivato anche io e gli ho detto “certo ci ha messo un po’ eh’…”
UN TRENO IN CORSA – Il mister dimostra come il suo essere allenatore sia camaleontico a seconda delle esigenze della squadra “Nel momento in cui io firmo quella diventa la mia casa, quello diventa il mio credo. C’è un presidente, una società che deve marcare una linea guida e il compito dell’allenatorte è entrare in questa linea guida far si che i giocatori rispettino questa linea guida. In questo caso si può parlare di un treno che va nella stessa direzione. Se c’è qualcosa che non va bisogna parlarne direttamente al mio presidente e mai prima con la stampa, è questo che mi hanno sempre insegnato.”
RANIERI COME I MILANESI – Anche se molti dispensano critiche, Ranieri ha trovato velocemente un feeling con la tifoseria nerazzurra “Milano è conosciuta come la città dove si lavora, io ho sempre lavorato in vita mia e ho pensato che mi avrebbero apprezzato perchè avrebbero visto l’amore, la passione che metto nel mio lavoro e evidentemente quello che trasmetto ai giocatori arriva anche ai tifosi. Certo, poi i risultati fanno la loro parte.”
IL DESTINO E LA STORIA – Gli si chiede di entrare nella storia dell’Inter a suon di vittorie, ma il mister non si sbilancia in promesse “Io me lo auguro, so di essere l’allenatore di un club prestigioso. Voi lo sapete, io non ero un tifoso dell’Inter, da bambino tifavo Roma, ma una cosa posso dirla con assolutà sincerità e cioè che non mi ricordo la formazione chei ha giocato ieri sera contro il Lecce, ma una la so a memoria: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso e, con questo, pensare che io sono qui grazie a Helenio Herrera. È stato lui a scegliermi ad un provino Roma, quindi devo ringraziare lui se sono qui. L’Inter quindi è sempre stata nel mio destino? E, a questo punto, forse sì.”
MENTAL COACH – Si parla sempre più spesso di mental coach all’interno degli staff degli allenatori, argomento piuttosto acerbo nel nostro campionato “A mio parere, noi in Italia siamo ancora un pochino indietro su questo ruolo e su questo argomento, ovvero la psicologia del calcio, anche perchè molte persone vogliono solo farsi pubblicità attraverso lo sport più popolare. Nella realtà, infatti, è l’allenatore che fa un po’ tutto questo, è questo è il motivo per il quale io stimo tantissimo José Mourinho, perchè lui riusciva a entrare nella mente di tutti i giocatori. Io non ho mai sentito uno di loro parlare male di lui, significa che lui era bravo negli undici, ma anche nei trenta della ‘rosa’ e la nostra forza deve essere questa: cercare di coinvolgere e far sentire importanti tutti perchè il giocatore riconosce una persona, se c’è ilmental coach non riconosce l’allenatore o viceversa. Forse quello che ci vorrebbe è un mental coach per l’allenatore.”
TRIPLETE PIU’ UNICO CHE RARO – Se si parla di Josè Mourinho parlare del triplete è quasi obbligatorio “Per farlo pagherei io ma non succede sempre, non succede a tutte le squadre. Quello che avete fatto ha del meraviglioso, tenetevelo ben stretto, perchè non capita a tutti. Tenetelo nel cuore, sempre.”
ASPETTANDO WES E FORLAN – Forlan sta rientrando rapidamente in modo incisivo in squadra e tutti, compreso Ranieri, non vedono l’ora di vederlo con il miglior Sneijder “Sono giocatori di categoria eccelsa. Noi adesso abbiamo creato un buon gruppo e il mio compito è quello di mettere questi giocatori di qualità gradatamente all’interno della squadra e speriamo, grazie al loro contributo, di poter fare ancora e altri passi in avanti.”
ARRIVA IL DIFFICILE – Quattro vittorie sono solo l’inizio perchè l’appetito vien mangiando e la speranza è che alla tavola si torni ad essere in tanti “Dopo c’è il bello c’è il difficile, perchè adesso abbiamo creato un gruppo forte, compatto, che lotta e si arrampica sugli specchi, che non vuol cadere, anzi vuole andare sempre più in alto. Ripeto: adesso il mio compito è quello di inserire Sneijder, Forlan, campioni ‘nuovi’ tra virgolette sono nuovi e poi vedremo che cosa succederà, eventualmente, sul mercato. Abbiamo fatto trenta, ma adesso arriva il difficile, dobbiamo fare trentuno: diventare sempre più competitivi, questa è la mia prima scommessa. La seconda? È quella mia e dei miei ragazzi: vedere di nuovo il lo stadio pieno di gente.”
ABBIATE PAZIENZA – Una risposta anche a chi continua a criticare le mosse di un mercato giovane da parte della società “Io l’ho detto subito: gli acquisti che sono stati fatti dalla società sono tutti validi, solo che sono giocatori nuovi per il calcio italiano, che forse non sarà il più bello del mondo, ma è il più difficile sicuramente e anche alcuni grandi campioni hanno fatto fatica ad ambientarsi. Vedi ad esempio Vieira, Henry: loro sono venuti e andati via dall’Italia in realtà senza essere esplosi. Certo è che crescere nell’Inter non è poi così semplice perché c’è sicuramente più pressione che altrove ed è un grosso palcoscenico. È diverso, ad esempio, svilupparsi in un ambiente come quello di Udine, dove ti permettono di sbagliare e la stampa è più amica.”