FOCUS – Mister Conte, Capitan Ranocchia e l’alternanza dei cicli
di Claudio Colombrita
Ranocchia Conte: due destini che si incrociano a distanza di poche ore
Andrea Ranocchia e Antonio Conte nello stesso articolo. No, non parliamo di nessun trasferimento del difensore alla Vecchia Signora, nè del neanche troppo nascosto apprezzamento del tecnico per Andrea, ma di un parallelo, magari un po’ ardito, dettato da tempistiche comuni e metafore opposte.
Antonio Conte ha lasciato ieri la Juventus, si è dimesso improvvisamente, nel bel mezzo del ritiro, lasciando tutti a bocca aperta. Andrea Ranocchia si è preso l’Inter, oggi, disputando la sua prima partita da Capitano, determinato e autorevole come forse non lo si era mai visto. Un condottiero che abbandona la propria nave nel bel mezzo della traversata e un ragazzo che vuole diventare guida in campo e fuori, se sarà un turnover anche in campionato lo dirà il futuro. Tutto funziona a cicli: la Juventus del dopo Calciopoli collezionava figuracce e posizionamenti a metà classifica, l’Inter del dopo Mourinho ha avuto la stessa storia, guardare gli stessi bianconeri conquistare scudetti.
L’abbandono di Conte ridà fiato e speranze a chi, in questi anni, ha provato a contrastare lo strapotere bianconero, Roma e Napoli su tutte. I bianconeri dovranno affinare meccanismi all’interno degli schemi di Allegri, inevitabilmente perderanno qualcosa in termine di coesione nell’ambiente, con i tifosi in rivolta e qualche giocatore, Pirlo su tutti, che storcerà il naso. Sullo sfondo possibili cessioni eccellenti, che porteranno tanti soldi ma anche tanti interrogativi sul futuro.
E l’Inter di Capitan Ranocchia? Dove si colloca?
Difficile dare una risposta ora, a pochi giorni dall’inizio del ritiro. L’ambiente sembra molto unito, Mazzarri è apprezzato dai tifosi come non mai e la prima amichevole della stagione ha dato alcuni segnali confortanti: la vena realizzativa di Icardi, la freschezza di Juan Jesus, la sfrontatezza di Bonazzoli e la voglia di Jonathan. I vari M’Vila, Dodò, Vidic e probabilmente Medel si valuteranno più avanti.
Capitan Ranocchia ha promesso amore eterno all’Inter ventiquattrore dopo il”tradimento” di Conte, un matrimonio celebrato per ora solo a parole, una fascia che pesa come un macigno perchè l’uomo che si va a sostituire è di quelli tosti, si chiama infatti Javier Zanetti e per tutti rimarrà per sempre “Il Capitano”.
L’ambiente nerazzurro ha scelto Andrea. Mazzarri ripone molta fiducia nel difensore azzurro, a cui, in questa rassegna mondiale, è stato preferito Paletta, con i risultati annessi e connessi che abbiamo potuto vedere. Ranocchia ha vissuto stagioni altalenanti in nerazzurro: arrivato come giovane talento dal Bari all’epoca in cui, con Bonucci, formava una delle retroguardie più forti e convincenti d’Italia, si è un po’ perso strada facendo, peccando spesso in personalità.
Adesso la prova del nove con una sfida per lui, per l’Inter e anche per la Nazionale, perché recuperare Ranocchia, difensore dalle grandi qualità, non può che essere un bene per tutti. Nella squadra più Internazionale del mondo, tanto criticata per la carenza di italiani, un capitano tricolore giova all’immagine di una squadra più italiana (anche se, in questo periodo, forse è meglio averne meno possibili, vista la rassegna mondiale).
Il salto di personalità per dare sicurezza ad un ambiente giovane, il carisma per guidare una squadra privata di tutte le sue colonne, la determinazione per blindare un reparto che è determinante per la conquista di ogni successo, la voglia di tornare a sollevare nuovi trofei.
Andrea Ranocchia, oggi, si è caricato sulle spalle la sua Inter per aprire un nuovo ciclo. Antonio Conte, ieri, ha messo la parola fine al suo di ciclo. Solo un caso? Ai posteri l’ardua sentenza…