Caro Andrea,
grazie. Grazie per il professionista che sei, che ancora una volta hai dimostrato di essere. Non è mai facile starsene in panchina e vedere gli altri giocare. Non è mai facile farsi trovare pronto e risultare, ogni volta che scendi sul rettangolo verde, sempre il migliore in campo.
Grazie perché non hai mai detto una parola fuori posto, non ti sei mai lamentato del poco minutaggio. Anzi, sei sempre il primo a gioire delle vittorie al fischio finale, in campo e sui social. Grazie perché hai indossato la fascia di capitano dell’Inter e hai capito cosa significa realmente difendere questi colori. Lo si vede nel rispetto che porti nelle dichiarazioni post partita, nei tuoi occhi quando parli di Lei.
Sei forse capitato nel posto giusto, ma al momento sbagliato. Sei stato il capro espiatorio di annate davvero deludenti, dove il primo colpevole di certo non eri tu. Ti chiedo scusa a nome di tutti i tifosi.
Io, barese, ti ho visto giocare al San Nicola con il Bari di Conte e mi innamorai subito di te. Ho gioito alla notizia del tuo acquisto e ho fatto i salti mortali al tuo arrivo. Sappiamo tutti come è andata. Ma ora è passato. Il presente te lo sei ricostruito da solo, ripartendo da zero. Lasciandoci anche per un po’, per poi tornare a difendere la nostra maglia. Spalletti lo ha capito subito il professionista che sei, con Conte non c’era bisogno di ripeterselo.
Caro Andrea, lo scudetto è lì. Più vicino che mai. Mancano ancora 10 finali, è presto ancora per parlarne. Ma voglio soltanto dirti che questo scudetto te lo meriti più di tutti. Il giusto riconoscimento per i tuoi sacrifici, per quello che hai passato, per l’amore verso questo club. Non vedo l’ora di vederti felice con la coppa tra le mani. Te lo meriti, Andrea.
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