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Ranocchia parla della sua Inter: “Abbandonare la fascia fu doloroso”

Andrea Ranocchia, a qualche settimana dall’annuncio del suo ritiro dal calcio giocato, è tornato a parlare di Inter, squadra con cui, tra gioie e dolori, ha passato gran parte della carriera, ai microfoni della rivista giapponese Number Web.

Ranocchia ha dichiarato: “Fin dai 18 anni ho vissuto stagioni molto intense. Per mia fortuna sono riuscito ad entrare in un grande club come l’Inter da giovane. Durante la riabilitazione dall’infortunio mi sono chiesto se fossi felice della mia carriera. E la risposta è sì. Non c’era nulla di cui pentirmi e quindi ho capito che era il momento di smettere.

“Quando arrivai all’Inter pensavo fosse facile vincere lo Scudetto. In squadra avevamo campioni come Zanetti, Sneijder, Eto’, Cambiasso, Lucio, Chivu… era una squadra stellare, la migliore al mondo. I giocatori principali stavano però invecchiando e da lì iniziarono gli anni travagliati per l’Inter, lontani dal posto che gli compete”.

“Diventare capitano dopo Zanetti mi ha messo addosso una pressione tremenda. Il club era in un momento di grandi cambiamenti, la squadra era sempre confusa. Sono cambiati proprietà, allenatori e calciatori… non era facile tenere alto il morale. Rinunciare alla fascia di capitano mi ha fatto tanto male. Ma poi ho scelto di essere un modello per le generazioni future. Mi sono detto: “Non si tratta solo della fascia fisica, si tratta di quello che dici e fai per la squadra”. Anche senza fascia ho sempre cercato di far capire ai nuovi arrivati cosa significasse giocare per l’Inter”.

Ranocchia ha poi proseguito: “Dopo tutte le sofferenze, vincere lo Scudetto è stato grandioso. Ogni anno mi devastava non aver vinto nulla. Vincere all’Inter è difficile, ma se ci riesci resti nella storia del calcio. I tifosi nerazzurri sono i più entusiasti e romantici di tutti. È stato bello vincere per loro”.

Pietro Magnani

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