Ranocchia: “Decisiva la partita di Firenze! Ora il Mondiale e poi…”
Ranocchia intervista sulla stagione che va concludendosi e su quella futura
Dopo gli addii di Zanetti, Samuel, Cambiasso e Milito è stato fatto il suo nome per la fascia da capitano: Andrea Ranocchia rimarrà in nerazzurro e, ci auguriamo, continuerà a stupire tutti dopo aver vissuto mesi non proprio semplice a Milano. Nell’intervista rilasciata a Claudio De Carli per IlGiornale il centrale nerazzurro ha raccontato l’ultimo anno in nerazzurro.
INIZIO DI STAGIONE – A proposito delle prime giornate di campionato Ranocchia afferma: “Sì, credevamo tutti fosse la stagione buona, poi è arrivata la partita con la Roma alla settima giornata, non è stata giocata in modo disastroso, ma abbiamo perso 3-0 a San Siro e lì si è rotto qualcosa. Dai che ci riprendiamo, ma poi sotto Natale il 4-2 di Napoli. Tanti elogi, ma intanto ne avevamo presi 4. Lì mi sono convinto che era il livello mentale della squadra che era sceso. E quando succedono queste cose fai fatica a riprenderti“.
MOMENTO NEGATIVO – Al giornalista che gli fa notare le sue brutte prestazioni risponde così: “Si, ci pensavo in continuazione, ero giù fisicamente e di testa. Non avevo voglia di parlarne, né qui ad Appiano, né in casa. Quando succedono queste cose, non ti viene voglia di parlare e finisce che va tutto storto. Cercavo di motivare la situazione e credevo fosse il mercato a tenermi giù. Non sentivo la società, non mi sentivo importante o stimato. Quando non avverti la fiducia della società tutto si complica. Sono un introverso, non sono stati momenti facili. Ero sul mercato e non perché lo scrivevano i giornali, ma perché lo sapevo”.
LA RISALITA – Il momento chiave è stato quello della vittoria a Firenze: “Poi è arrivata la partita di Firenze, abbiamo vinto e la storia è cambiata nuovamente, col Torino sono resuscitato, una delle migliori in assoluto, con la Lazio molto bene e così siamo arrivati a fine campionato“.
MAZZARRI – Ranocchia conferma i problemi con il tecnico nella fase centrale della stagione: “Non c’era un motivo in particolare per cui non si andava d’accordo: non ci si capiva e basta. Adesso va tutto bene e una parola, a volte, fa miracoli. Ma Mazzarri si conquista con la continuità e con le buone prestazioni. Se vado male, ciao, saluto e vado in panchina. Giusto così“.
OBIETTIVI – “A me non basta il quinto posto in campionato e so che non basta neppure a nessuno dell’Inter. Serve una squadra che vinca qualcosa. Da quando sono qui solo una Coppa Italia con Leonardo. Se giochi in una squadra che vince sei più seguito, viene naturale“.
MONDIALE E FUTURO – “Per me la chiamata di Prandelli significa tutto. Me la voglio giocare con Paletta, che conosco perché l’ho incontrato sul campo. Per la prossima stagione spero che l’Inter mi chiami e mi dica: ‘resta con noi‘. Ma comunque non è una questione di soldi, è solo una questione di progetto. Io voglio vincere e vincere con l’Inter. Vorrei che mi dicessero ‘resta, stiamo per ricominciare a riconquistare il mondo’. Sarebbe la cosa più bella che vorrei sentirmi dire. Difesa a quattro o a tre, per me non cambia niente, ho iniziato con la difesa a quattro“.