contatore accessi free Ranocchia: "Spalletti? Lo ringrazio per avermi difeso"
11 Maggio 2018

Ranocchia: “Spalletti? Lo ringrazierò sempre per avermi difeso ad inizio anno. A fine carriera voglio aprire una scuola calcio”

La seconda parte dell'intervista del difensore nerazzurro

Un rapporto che è sempre apparso molto solido quello tra Andrea Ranocchia e Luciano Spalletti. Sin dal ritiro estivo dell’Inter, quando il tecnico toscano prese le difese del difensore nerazzurro, beccato con insulti esagerati da parte di un tifoso presente. Una fiducia, che evidentemente gli è servita da grande stimolo, considerata la rinascita avuta in questa stagione. Intervistato quest’oggi sulle pagine de Il Giorno, ecco la seconda parte dell’intervista del centrale umbro.

Pur con un minore utilizzo, se c’è qualcuno che ha sempre sostenuto Spalletti questo è stato lei. Perché?
“A inizio anno fece un gesto per difendere me e il gruppo da un tifoso che mi aveva insultato a bordo campo in ritiro, è qualcosa per cui lo ringrazierò sempre. Io valuto l’uomo, la persona. In più ho un metro di giudizio che è quello del campo rispetto agli anni passati. Ce la stiamo giocando, nonostante un periodo difficile in inverno. Siamo stati bravi a gestirlo”.

C’è un’affinità caratteriale con il tecnico: due persone tranquille, ma con la battuta pronta, che si vedono ben poco in giro.
“Diciamo che mi godo la vita, non mi faccio mancare nulla, ma non sono uno che esce molto la sera. Per me la serenità è poter cenare con le persone a cui voglio bene, insieme a tante altre cose, che possono essere anche andare a pesca o leggere un libro. Ora sto leggendo ‘Le mie televisioni’ di Costanzo. Molto bello”.

Dove vivrà Ranocchia a fine carriera?
“A casa mia ad Assisi. Ho comprato un terreno con un casolare. Sono molto legato alla mia terra. Mi piacerebbe aprire una scuola calcio, portare loro la mia esperienza. Sto buttando giù delle idee, ma ci penserò più avanti”.

Cosa racconterà a questi ragazzi di quello che ha vissuto nei momenti più difficili in carriera?
“C’è stato un momento in cui sono stato insultato in ogni modo. Quando vai in difficoltà ti puoi lasciare trasportare, ed è la reazione sbagliata, oppure fai un altro giro di maniche e lavori. Negli ultimi anni mi sono allenato molto duramente. Non lo avessi fatto non sarei riuscito a giocare a un buon livello dopo tante panchine”.

Col senno di poi accetterebbe la fascia di capitano dell’Inter?
“Sì, anche perché ormai sono consapevole di quel che sono, per cui vivo tutto con grande entusiasmo. Anche la corsa Champions che stiamo vivendo. Sudiamo ogni giorno per questo traguardo. Certo, dovessimo fallire sarebbe un dispiacere enorme”.

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