Rebus Serie A, Gravina: “Confronto a breve. Ipotesi playoff? Il calcio ha bisogno di novità. Sui tifosi allo stadio…”
Il presidente della FIGC fa il punto sul prossimo campionatoIl campionato di Serie A è ormai giunto al termine. A preoccupare però molti addetti ai lavori è il futuro della prossima stagione con la data d’inizio, fissata per il 12 settembre, che potrebbe slittare.
L’Europeo, in programma a giugno, potrebbe avere ripercussioni importanti sul format della prossima Serie A. Si parla di due possibili gironi da 10 con successivi playoff e playout nella fase finale.
Il presidente della FIGC Gravina è intervenuto ai microfoni di Dribbling per fare chiarezza: “Ripartenza della Serie A? Ci confronteremo a breve, ne parleremo insieme per costruire le condizioni sapendo che abbiamo degli obblighi da incastrare. Dobbiamo tenere conto anche della chiusura anticipata per permettere alla nostra Nazionale di prepararsi all’Europeo. Dobbiamo incastrare anche le coppe internazionali e le amichevoli dell’Italia, dobbiamo creare un calendario che non penalizzi il prossimo campionato”.
La data del 26 settembre: “Non è un problema di una settimana. Bisogna capire le condizioni per non creare disagio ai calciatori e ai tesserati. Il 23 agosto c’è una finale in Champions, tra il 4 e il 8 settembre ci sono le Nazionali. Poi il 12 dovrebbe iniziare il campionato. Sarebbe impossibile. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Una volta può capitare, siamo tutti chiamati ad un’atto di responsabilità”.
Riforma del campionato: “E’ uno degli argomenti da affrontare in tempi molto rapidi. Da diversi anni la riforma del calcio viene rimandata”.
Ipotesi playoff: “Nasce dall’esigenza di un’emergenza. Abbiamo una responsabilità politica e di mediazione, noi proponiamo alcune innovazioni. Queste generano sempre tensione e preoccupazione. Noi dobbiamo vincere questa paura. Il calcio ha bisogno di qualcosa di nuovo”.
Tifosi agli stadi: “Rivederli a settembre? E’ un augurio, un auspicio per tutti. Una gara senza pubblico è senz’anima. Dobbiamo convivere però con il virus che preoccupa ancora tanti e troppi”.
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