Recoba ricorda: “Io e Zanetti sempre insieme, ero il preferito di Moratti perché…”
Alvaro Recoba, indimenticabile bandiera nerazzurra dell’era Massimo Moratti, torna indietro nel tempo per un po’ e racconta alcuni momenti indimenticabili della sua carriera al Corriere della Sera. Ecco tutte le parole rilasciate da El Chino: RITORNO – “Era qualche anno che non tornavo in Italia… Sì, da un bel po’ di anni. Da quando sono andato in […]Alvaro Recoba, indimenticabile bandiera nerazzurra dell’era Massimo Moratti, torna indietro nel tempo per un po’ e racconta alcuni momenti indimenticabili della sua carriera al Corriere della Sera.
Ecco tutte le parole rilasciate da El Chino:
RITORNO – “Era qualche anno che non tornavo in Italia… Sì, da un bel po’ di anni. Da quando sono andato in Grecia non ero più tornato qui”.
DERBY – “Per fortuna la partita è andata bene, altrimenti non mi avrebbero fatto tornare un’altra volta! (Ride, ndr).
TRIONFI NERAZZURRI – “Ho contribuito alle vittorie, ma avrebbero potuto essere anche di più”.
VERONA E… BAGGIO – “Ho fatto gol anche a loro, vincemmo 2-1 in quel match. C’era anche Baggio, io presi un pestone quando segnai. Roberto è un grande in tutti i sensi, sicuramente uno dei più grandi con i quali ho giocato”.
RONALDO – “Anche lui è uno dei più grandi. La partita contro il Brescia? No, non gli rubai la scena. A lui importava relativamente, tanto ha poi segnato tantissimi altri gol. Ha vinto quasi da solo la Coppa UEFA, mentre i due gol al Brescia a me servirono particolarmente”.
GOL STORICO – “Ho visto il gol di Florenzi contro il Barcellona. Io ero allo stadio e quando ha segnato la gente della Roma mi ha ricordato subito il mio gol all’Empoli”.
MORATTI – “Rapporto stretto? Sono qui da tanti giorni e non l’ho ancora visto. Io ero il suo preferito, ma era una cosa naturale. Non ho mai chiesto nulla a nessuno, è stata una cosa, ripeto, naturale”.
INCOMPIUTO – “Non mi crea fastidio questa parola, può anche essere vero, ma non me ne sono mai accorto. Io so quanto ho fatto, e forse a me bastava così. Per me era sufficiente. Io ho sempre visto il calcio alla mia maniera, non farei mai l’allenatore perché schiererei solo quelli bravi, e questo non è possibile considerando che si prenderebbero troppi gol”.
ZANETTI – “Quando sono arrivato in Italia stavo sempre da lui. Certo, lui si alzava presto, intorno alle 7, mentre a me è sempre piaciuto dormire, ma non è vero che non mi piaceva allenarmi. Ovviamente non ero come Javier, lui ancora oggi potrebbe allenarsi e giocare”.