Roberto Carlos: “All’Inter bella esperienza, l’addio è stata mia fortuna. Grazie a Moratti per avermi compreso”
Uno dei più grandi rimpianti dell’Inter come società calcistica, a livello di giocatori non sfruttati al massimo delle loro potenzialità, porta il nome di Roberto Carlos Da Silva, conosciuto da tutti come Roberto Carlos. Il terzino sinistro brasiliano, che militò all’Inter nella stagione 1995/1996, è stato recentemente intervistato da Perform ed ha parlato anche della sua esperienza in nerazzurro, trovando sia cose positive che negative. “A Milano sono stato molto bene. L’altro giorno stavo cenando a Istanbul in un ristorante italiano e alcuni tifosi dell’Inter mi hanno riconosciuto e mi hanno chiesto perchè lasciai la squadra nerazzurra. Io ho detto ‘meno male che me ne sono andato, altrimenti non avrei giocato per dodici anni con il Real Madrid“. Così esordisce il classe ’73 ex Merengues. Ecco ciò che ricorda più piacevolmente della sua breve ma intensa esperienza con la maglia della Beneamata: “E’ stato bello giocare per l’Inter. Il mio primo goal in nerazzurro fu contro il Como, il primo in Serie A fu contro il Torino. Poi tutti quei derby accesissimi col Milan sono delle cose indelebili. Dicono che sono stato poco all’Inter ed è vero. Ma io non volevo perdere il posto in Nazionale“. Ecco allora che inizia a parlare di quella stagione maledetta, con la guida tecnica affidata a Roy Hogdson che finì per travisare le vere capacità di Roberto Carlos, schierandolo da attaccante esterno invece che nel suo ruolo naturale, ossia quello di terzino sinistro: “Mancava poco alla Copa America e Roy Hodgson mi schierava continuamente come attaccante esterno; io non posso essere una punta, perchè sono alto 1,50. La Copa America era dietro l’angolo, io volevo esserci a tutti i costi e pensai che non sarei stato convocato se avessi continuato a essere impiegato come attaccante. Allora la Serie A era popolarissima in Brasile e tutti guardavano le partite del campionato italiano in televisione. Anche mia madre a un certo punto mi chiamò e mi disse: ‘Perchè stai facendo l’attaccante? Tu sei un terzino sinistro’. Alla fine chiamai Massimo Moratti e lo implorai di convincere Hodgson a riportarmi in difesa – ha raccontato ancora Roberto Carlos – Lui mi disse che io spingevo troppo e di solito i terzini in Italia sono più difensivi di me. Allora gli chiesi di essere ceduto e il giorno dopo Capello chiamò Moratti, dicendogli che mi voleva al Real Madrid. E Moratti fu veramente gentile a capire che io potevo scrivere la storia del calcio soltanto giocando come terzino sinistro“.