Roma-Inter, Conte (Sky): “Il calendario dell’Inter è folle: ai ragazzi posso dire zero. L’arbitro? Sbagliano anche loro”
Le dichiarazioni del tecnico nerazzurro al termine della sfida contro la RomaAl termine della gara esterna contro la Roma di Paulo Fonseca, Antonio Conte ha parlato ai microfoni di Sky Sport in merito alla prestazione della sua Inter, uscita dall’Olimpico con un 2-2.
Ecco, quindi, le dichiarazioni di Conte: “Il gruppo deve crescere; stiamo parlando di una squadra che sta facendo ottime cose, al di là del secondo posto. Le reti segnate, i gol subiti… siamo in Champions League con 6 giornate in anticipo e con 14 punti di distacco dalla quinta, che è la Roma, che aveva l’obiettivo Champions come il Milan e come il Napoli. La Serie A è diventata molto competitiva; se si parla di campionato sotto le righe per l’Inter, non immagino di cosa si possa dire delle altre squadre. Dico a Paolo (Di Canio, ndr) che dobbiamo lavorare, deve crescere l’abitudine a giocare determinate partite, che negli ultimi dieci anni si è un po’ persa”.
E poi, aggiunge: “Deve migliorare la situazione, i giocatori devono crescere, ma a loro posso dire zero spaccato, perché c’è stata una prova positiva contro una squadra in ottima salute. Sta passando inosservato anche il calendario folle dell’Inter, per metterci in difficoltà. Stiamo giocando in trasferta e sempre alle 21:45. Se volete essere onesti, guardate nell’ultimo turno di campionato cosa accade. Non voglio cercare scuse, ma si vede che noi non eravamo presenti quando hanno stilati i calendari: ci sono altre situazioni con cinque giorni di riposo, noi giochiamo a ventinove/trenta gradi“.
Poi, aggiunge: “Alla fine chi la prende male è sempre l’Inter… se deve volare lo schiaffo, lo prende l’Inter: strano… È stato in passato così e succede adesso. I miei ragazzi sono encomiabili, che stanno giocando partite con pochi giorni di riposo. Sul primo gol della Roma, la situazione è tutt’altro che dubbia: Kolarov prende il calcagno di Lautaro. Con gli arbitri massimo rispetto, non mi voglio attaccare a queste situazioni perché non lo meritano: anche loro possono sbagliare, stanno vivendo una situazione anomala. Lo spirito con cui siamo entrati nello spogliatoio ci ha resi molto arrabbiati“.
Infine, conclude: “Il trequartista doveva pressare il centrale nella fase di non possesso; in fase di possesso, dovevamo creare superiorità in mezzo al campo: con Diawara e Veretout dovevamo sempre trovare il centrocampista libero. Dovevamo essere più diretti, giocare più in verticale“.
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