PREPARATI AL MATCH – Tutto su Roma-Inter
Roma-Inter: tutto quello che c’è da sapere sul match
Alzi la mano chi, per la tredicesima giornata, si aspettava un Roma-Inter così poco affascinante: le due squadre, distanti già 11 punti in classifica, non lottano per obiettivi comuni, ma nel mercato estivo qualcosa aveva fatto immaginare un divario sicuramente meno ampio di quello che si registra oggi. La verità è che, nella qualità dei calciatori e nell’idea di gioco da proporre in campo, la squadra di Garcia non ha fatto passi indietro rispetto alla scorsa stagione e risulta essere una delle compagini italiane meglio attrezzate anche in ottica europea; il Biscione, dal canto suo, si ritrova praticamente a 50 partite fa, quando Mazzarri sedeva per la prima volta sulla panchina nerazzurra ed era chiamato a iniziare un ciclo di risalita. Tra Inter e Roma, dunque, c’è quasi un anno e mezzo di distanza: per colmarlo Thohir ha coraggiosamente scelto un altro allenatore che inizia per M e che qualche tempo addietro seppe come creare un certo gap proprio con gli avversari di oggi.
LA STORIA – La storia di questo match inizia una domenica di marzo del 1928 con un netto 3-0 in favore dei padroni di casa, che hanno sempre goduto in minima parte di un certo dominio territoriale. 40 infatti sono i successi giallorossi, a fronte di 23 pareggi e 31 vittorie interiste, la più netta delle quali è un 2-6 del 1968, con Corso e Mazzola in grande spolvero. Degno di nota è il match del 3 maggio 1999, terminato con il clamoroso punteggio di 4-5 per l’Inter: era l’ultima Roma della prima era-Zeman, autrice di partite memorabili tanto in positivo quanto in negativo; era l’ultima vera Inter di Ronaldo, Zamorano e Simeone. A partire dal 2006, quando con calciopoli le due compagini sono diventate le maggiori pretendenti allo scudetto, il match ha assunto grande significato ed è stato sempre molto spettacolare e ricco di gol: la vittoria manca ai nerazzurri dal 19 aprile del 2011, quando Stankovic siglò la rete decisiva in Coppa Italia. Inoltre nel 1991 le due squadre si affrontarono in finale di Coppa Uefa: a Roma i giallorossi ebbero la meglio con gol di Rizzitelli, ma alla fine il trofeo andò ai nerazzurri.
IL PRESENTE – Come già anticipato, dopo 13 partite si ha la nettissima sensazione che fino a fine campionato Roma e Inter proseguiranno le loro corse su binari completamente diversi: Totti e compagni sono gli unici veri avversari della Juventus, che con il cambio di modulo sembra aver trovato quegli stimoli che la rendono ancora apparentemente imbattibile; Mancini dovrà invece restituire prima di tutto l’entusiasmo perduto con la gestione Mazzarri e in secondo luogo credibilità per competere con Milan, Napoli, Sampdoria e Lazio (Genoa permettendo) per il terzo posto. Nell’ultimo mese, comunque, gli uomini di Garcia paiono leggermente appannati, probabilmente a causa delle due pesanti sconfitte maturate contro il Bayern Monaco e lo stesso tecnico francese sta mettendo in discussione la titolarità di alcuni giocatori che sembravano inamovibili, come Gervinho e Iturbe. L’Inter è alle prese con i problemi fisici di molti suoi uomini: Hernanes e Nagatomo si sono fermati nella gara di Europa League, Jonathan e D’Ambrosio sono ai box da mesi, mentre Vidic deve ancora smaltire acciacchi muscolari. Ecco perché Mancini non ha ancora avuto modo di lavorare con la rosa al completo e deve accontentarsi di schierare a centrocampo giocatori che a inizio stagione erano dati in partenza nel mercato di gennaio (Guarin e Kuzmanovic).
LE FORMAZIONI – Il tecnico di Jesi conferma il 4-3-3 delle ultime due uscite: Handanovic sarà protetto da una linea più abbottonata grazie alla presenza di Campagnaro sulla fascia destra al posto di Nagatomo; a completare il reparto ci saranno Ranocchia, Juan Jesus e Dodò; in mezzo al campo viene premiata la sostanza di Guarin, Medel e Kuzmanovic, che bene ha fatto nelle ultime uscite, al di là del gol col Dnipro; in avanti Osvaldo viene preferito a uno stanco Icardi e verrà sostenuto da Palacio e da Kovacic, nell’inedita posizione di esterno d’attacco. Garcia si affida ad un modulo speculare e all’undici migliore: De Sanctis difenderà i pali dopo le polemiche sul gol subito a Mosca; in difesa torna Maicon, alla prima partita da avversario dell’Inter, che sarà affiancato da Manolas, Astori e Holebas; a centrocampo De Rossi vertice basso con Pjanic e Nainggolan ad appoggiare le tre punte, Gervinho, Totti e Destro.
L’OCCHIO TATTICO – Una delle caratteristiche principali della squadra di Garcia è la capacità di palleggiare velocemente nella trequarti offensiva. Pjanic e Nainggolan, infatti, oltre ad avere piedi raffinati, si muovono molto e creano spazi e linee di passaggio per imbeccare le punte: per questo motivo sarà preziosissimo il lavoro di Medel, che dovrà chiudere in raddoppio sulle due mezzali avversarie. Riguardo alla mediana interista, se Kuzmanovic è più manovriero e tende a sfruttare la sua precisione nel passaggio, Guarin ama di più creare la superiorità numerica con azioni solitarie: l’ago della bilancia della partita di stasera potrebbe essere proprio il colombiano con la sua voglia di spaccare il mondo e con il suo coraggio palla al piede. Vista poi la posizione che Kovacic occuperà in campo è lecito non attendersi troppo dal gioiellino croato, che ha fatto fatica a ritagliarsi la sua posizione già nel derby e che, in previsione di una gara attendista, farà ancora più fatica oggi: una sua prestazione positiva dipenderà esclusivamente dagli “input” che gli forniranno i compagni di reparto, Palacio e, soprattutto, Osvaldo. Nella nebbia nerazzurra, l’italo-argentino ci è sembrato il talento più limpido e pimpante a inizio stagione e, dopo il rientro dall’infortunio, nell’ultima uscita in Europa League: sarà capace di trascinare i compagni ad un risultato positivo?
di Gianluigi Valente