Roma – Inter: lotta di schemi & idee
di Giorgio Crico.
Andrà in scena stasera sera il secondo atto della sfida in quattro parti che quest?anno coinvolge Stramaccioni e Zeman. Il primo è andato al boemo e ce lo ricordiamo tutti: troppa libertà di movimento concessa a Totti, Osvaldo e Lamela a fronte di un pressing troppo poco aggressivo sulla fragile retroguardia romanista e sul playmaker basso (quella volta Tachtsidis). Ebbe qualche problema anche la manovra nerazzurra, poiché il gioco, là davanti, fu troppo lento e non molto in grado di impensierire Stekelenburg, che di fatto fu tradito solo da un?accidentale deviazione di Burdisso. Per aggiudicarsi il secondo round, l’Inter dovrà rivedere, almeno parzialmente, la sua attuale filosofia di gioco e Strama potrebbe cercare di impensierire il mister avversario puntando soprattutto su chi ha una condizione atletica brillante in questo periodo, come Guarìn o Pereira (anche se le ultime news danno l’uruguagio non al meglio ma comunque in campo causa altre defezioni).
LA DIFESA ? Alla seconda giornata di campionato l’Inter schierava ancora una linea a quattro che non rese certo inespugnabile il fortino allestito attorno ad Handanovic: tre gol subiti e buona notte. Adesso, però, la retroguardia a tre uomini (cinque, in fase di non possesso) offre sufficienti garanzie per risultare coperti e solidi anche contro formazioni che schierano un tridente pesante come quello romanista. In quest?ottica, il recupero di Juan Jesus e Ranocchia (mentre Samuel dovrebbe non esserci, al suo posto Chivu) consente di tirare un sospiro di sollievo: non l’abbiamo mai sottolineato abbastanza, ma se la Beneamata non può contare su almeno 9 titolarissimi, il potenziale cola a picco in modo deprimente. La situazione dell’Inter al momento è questa: prendere o lasciare. Per fortuna, però, il rientro di Chivu e il parziale recupero psicologico di Silvestre, oltre alla sempre valida ipotesi Cambiasso, consentono all’allenatore nerazzurro ampio spazio di manovra sul pacchetto arretrato.
IL CENTROCAMPO ? Il reparto di mezzo non può in alcun modo prescindere dal nuovo astro medìocampista Fredy Guarìn. Il colombiano si sta imponendo sempre di più quale lume della manovra (perlomeno offensiva) come nessuno avrebbe potuto prevedere anche solo tre mesi fa. La scoperta di Benassi, inoltre, consente di poter contare su almeno un?alternativa fresca e tecnicamente valida rispetto al ?solito? Gargano: col giovanissimo Benny al fianco, il motorino uruguagio potrebbe dedicarsi più e meglio all’interdizione lasciando al talento diciottenne il compito di smistamento che normalmente si accolla e nel quale, spessissimo, perde di lucidità commettendo errori grossolani. Attenzione, Benassi può smistare, non impostare come Pirlo; il giovane canterano interista è più un De Rossi: i piedi sono ottimi, ma non eccelsi come li hanno Xavi o il regista juventino… La presenza del numero 24 in rosa, però, è comunque oro colato giacché l’infortunio di Stankovic e il solito caso Sneijder hanno drasticamente ridotto le opzioni ?dai piedi buoni? in mediana, scaricando di fatto tutte le incombenze tecniche sul solo Guaro, normalmente costretto a far girare attorno a sé un intero reparto di faticatori (soprattutto se Cambiasso è in difesa). Per il resto, almeno le alternative muscolari non mancano: Mariga, Mudingayi, Duncan (se nel frattempo non va a Livorno…). Sulle fasce, invece, il discorso è estremamente più complesso: oltre all’irrinunciabile Zanetti, il probabile rientro di Nagatomo e il problema che Pereira ha avuto in settimana dovrebbero rilanciare le quotazioni del giapponese almeno a partita in corso, anche se si tratterebbe di un azzardo, in quanto Yuto si sta ristabilendo appena adesso dopo un infortunio decisamente fastidioso. Dopo lo svarione contro il Bologna, inoltre, Jonathan non è in questo momento un?alternativa valida e, di fatto, Stramaccioni non ha alternative proponibili alla coppia Zanetti-Pereira.
L’ATTACCO ? Nel reparto offensivo, lentamente ma inesorabilmente, la situazione infortuni s?è fatta tragica: dopo Milito, giocando martedì in coppa Italia, s?è fatto male anche Cassano. Ormai non esiste nemmeno più una tenue speranza di vedere il barese in campo stasera, e dunque non possiamo farci affidamento: Fantantonio non sarà della partita. Dunque? Dunque speranze completamente riposte in Rodrigo Palacio e nella voglia di Tommaso Rocchi di far godere anche da ex i tifosi della Lazio. Il numero 18, però, è apparso in oggettivo ritardo di condizione, nelle apparizioni che l’hanno fin qui coinvolto; si può solo sperare che il fiuto sia rimasto quello dei tempi d?oro, perché lo spunto vincente, al momento, è ancora un pallido ricordo. Sicuramente c’è un?ipotesi Livaja a partita in corso, ma pensare di vedere il giovane croato dal 1? sarebbe assurdo: un carico di responsabilità così gravoso seguito da una prestazione poco buona rischierebbe di far precipitare l’attaccante balcanico in una crisi profonda. Marko ha bisogno di giocare con continuità e costanza e non si può pensare di ?abbandonarlo in la pugna? solo per mancanza di alternative. Il problema enorme che crea non avere alternative davanti è soprattutto l’impossibilità di portare un pressing altissimo per 90?, poiché i delanteros nerazzurri dovranno saper dosare le forze per poter gestire tutto l’arco del match.
In conclusione, se si vuole mettere in crisi Zeman in generale e questa Roma in particolare (della quale, comunque sia, il tecnico boemo non ha ancora trovato la giusta quadratura del cerchio), le soluzioni possono essere solamente due ed entrambe non impossibili ma veramente complesse da mettere in pratica per l’Inter di adesso. Infatti, o si porta una pressione costante su difensori e portatori di palla giallorossi affinché commettano errori di impostazione per poi punirli in contropiede (dal punto di vista fisico una tattica incredibilmente dispendiosa), oppure si prende esempio dalla Fiorentina e si cerca di stordire i giallorossi con un possesso palla insistito che porti alla realizzazione di gol manovrati.
Se la prima opzione sembrerebbe più consona all’attuale stile di gioco nerazzurro, tuttavia, la rosa ridotta all’osso degli ultimi tempi sconsiglierebbe l’applicazione di un metodo di gioco che metta a repentaglio i muscoli degli uomini del Biscione, quanto meno per evitare di riempire l’infermeria più di quanto lo sia adesso. Appare però altrettanto complessa anche l’ipotesi possesso palla: gli effettivi nerazzurri non sono in grado, allo stato attuale, di imporre un proprio gioco fluido e agile basato sulla conservazione del pallone. Un po’ per vocazione della squadra, un po’ per caratteristiche dei giocatori, sembra davvero difficile che l’Inter possa andare a Roma e ?fare la partita?.
Ciò nonostante, Stramaccioni ci ha abituato a sorprenderci, pertanto la linea percorribile è una sola: fiducia al mister e attesa spasmodica di quanto il tecnico ha allestito contro la squadra del cuore della sua gioventù. Ovviamente sperando di recuperare anche quello spirito da trasferta corsara che ha caratterizzato la Beneamata in tutta la prima parte di campionato.