Ronald de Boer, leggenda dell’Ajax e del calcio olandese, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Tra i tanti temi affrontati, impossibile non parlare dell’esperienza del fratello Frank sulla panchina dell’Inter.
Un’avventura di certo non indimenticabile: “Se cadi, impari. In Olanda il coach è solo un allenatore, in Italia e in Inghilterra un manager. Deve controllare tutti gli aspetti del club e forse Frank non era pronto per farlo. Lui è un uomo di campo preparatissimo, ma quelle esperienze lo hanno arricchito e ora è ancora più pronto per un top club”.
Lo stop del calcio olandese: “Partiamo da noi: abbiamo fatto un lockdown intelligente confidando nel buon senso delle persone e tra un paio di settimane potremo ripartire. Nel calcio, però, era impossibile evitare le polemiche. Capisco chi è arrabbiato come l’Utrecht: sesto, ma con una partita in meno rispetto al Willem II che però va in Europa… La Federazione è stata fredda, non ha guardato le emozioni, doveva decidere e scontentare qualcuno. Ma il calcio non è solo un gioco: tutti lo amano perché ci fa pensare ad altro, cosa che serve in questo momento. L’Olanda ha potuto permettersi lo stop perché non è così dipendente dai soldi della tv, quindi capisco la volontà italiana di provare a ripartire. Se si trova un modo, perché no”.
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