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Rummenigge: “E’ un piacere vedere l’Inter in tv. Bravo Marotta, Conte sta facendo un ottimo lavoro”

Karl-Heinz Rummenigge, a distanza di anni da quando ha vestito la maglia dell’Inter, non ha minimamente smesso di fare il tifo per i colori nerazzurri nel campionato italiano. L’amministratore del Bayern Monaco, anche nell’intervista concessa questa mattina sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, ha rivelato di essere contento del primo posto del suo vecchio club, raccontando di avere pure in armadio la maglia interista: “Sì, ce l’ho, ma l’importante ora è non perdere la concentrazione, perché è un momento buonissimo, ma la squadra non deve sentire di avere già preso lo scudetto. Se si concentra fino in fondo vincerà nettamente”.

Buongiorno Rummenigge: cos’ha l’Inter in più delle altre?
“Rendimento stabile e tatticamente è molto interessante. Una tattica che si adatta alla squadra, grazie al merito di Conte che ha fatto un ottimo lavoro. Si vede che l’Inter oggi è diversa da quella di due anni fa quando è arrivato”.

Le piace come gioca?
“Mi piace perché è stabile in difesa ed eccezionale in attacco: Lautaro e Lukaku stanno facendo veramente bene. Ma anche il centrocampo va. È una squadra scelta bene dalla società e dal mio amico Marotta. È un piacere vedere l’Inter in tv”.

Antonio Conte, Getty Images

Quando Lukaku parte e si scrolla di dosso gli avversari sembra un Rummenigge 40 anni dopo?
“No, lui è diverso. Fisicamente è un colosso, però anche tecnicamente se la cava. Non vive solo grazie al suo fisico, è bravo: nel derby ha dato un assist eccezionale a Lautaro. Lukaku ha doti tecniche che non si erano viste tanto a Manchester. Pure lui è rinato grazie all’Inter”.

Nella stagione della rinascita c’è anche una società che cerca soci: cosa succede nello spogliatoio quando girano queste voci?
“Ho saputo delle difficoltà, mi spiace, ma anche sotto questo aspetto nello spogliatoio sono bravi, non si fanno condizionare minimamente. E’ una squadra con un gran carattere, ha tanta voglia di vincere”.

Il mercato dava il Bayern interessato a Brozovic: è verità?
“Non abbiamo mai avuto contatti, sinceramente. Il mercato sarà molto complicato per tutti quest’anno. L’anno scorso il mercato era già un po’ alla frutta, quest’anno è ancora sotto. Cosa c’è dopo la frutta?… I prezzi dei cartellini sono scesi del 50 per cento, ma gli agenti hanno fatto sì che i giocatori bravi abbiano mantenuto il loro guadagno a livello vecchio. Sento che tutti in Europa cercano di diminuire il costo dei salari. E ogni club – grandi, medi e piccoli – ha i suoi guai”.

Marcelo Brozovic, Getty Images

Domani rivede la Lazio, dopo il 4-1 dell’andata. Perché tanta differenza tra il Bayern e la quarta della scorsa A?
“Noi attualmente siamo ‘campioni di tutto’ e in testa al ranking Uefa. La nostra squadra ha due grandi pregi. Primo: qualità molto alta. Secondo: rispetta tutti gli avversari, non va in campo con l’arroganza di pensare di aver già vinto”.

Lei fa parte degli scaramantici o pensa che il Bayern possa già pensare ai quarti ?
“La differenza tra il calcio pre virus e quello attuale è che non c’è differenza se giochi in casa o fuori, non ci sono i tifosi. E’ un campo neutro. Ma l’importante sarà avere il rispetto come a Roma per una squadra quarta nello scorso campionato e con un buon attacco. Conta sempre non dare niente per scontato”.

L’Italia rischia, a meno di miracoli, di lasciare la Champions. Perché, se andasse male, la Serie A non è al livello dell’Europa che conta?
“Può essere un caso. L’Atalanta l’anno scorso è uscita ai quarti con sfortuna contro il Psg. E’ un momento in cui il calcio italiano fa meno bene, ma mi ricordo nel primo decennio del Duemila come Milan, Juve e Inter arrivavano in fondo. Ora è sempre più difficile, basta guardare chi è uscito. Chi passa è il top”.

Sorpreso dall’uscita della Juve agli ottavi?
“Sì. Ho visto la gara, è successo quello che a volte succede: gli altri fanno gol e ti uccidono”.

Il dibattito su Ronaldo è aperto: un investimento che non ha pagato? O almeno non nei traguardi internazionali ?
“Con il Porto non è stata la sua giornata migliore, lo sa pure lui. Succede. Ma generalmente è un investimento buono, ha reso ancor più famoso il marchio Juve. E poi ha fatto tanti, tanti gol. Tre pure domenica, no?”.

La Juve lo aveva preso per dare l’assalto alla Champions.
“Un giocatore è importante, ma da solo non può fare la differenza”.

E’ difficile immaginarla fuori dal calcio: il suo pensionamento annunciato per fine anno significa che non se ne occuperà proprio più?
“Non ho una decisione finale. Il mio contratto scade a fine anno, poi farò una pausa. Era molto più difficile da capire quando ho smesso da calciatore. Adesso ho una famiglia eccezionale, sto bene, mi godo la vita, se ho voglia faccio qualcosa, altrimenti farò il pensionato come tutti alla mia età”.

L’INTERVISTA DI CHRISTIAN ERIKSEN >>>

Antonio Siragusano

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