Rummenigge ricorda: “Al mio arrivo all’Inter i giornalisti applaudirono!”. Poi l’avvertimento sul calciomercato
Il CEO del Bayern Monaco parla dei temi d'attualità in questa lunga intervistaKarl-Heinz Rummenigge, oggi CEO del Bayern Monaco, si è concesso in una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera, nella quale ha spaziato tra ricordi del passato, soprattutto legati all’Inter, e temi del presente. Eccola qui di seguito.
Primo impatto con Milano – “Era una giornata un po’ piovosa. Oltre all’accoglienza speciale dei tifosi, la grande sorpresa è nata dai giornalisti che mi hanno applaudito al mio ingresso al ristorante con il presidente Pellegrini. È stata una decisione presa col cervello, avevo altre offerte da Italia e Spagna, ma ho scelto Milano soprattutto per il presidente dell’Inter: ne è nata un’amicizia molto profonda”.
Vita in città – “Ho vissuto a Blevio, un piccolo paese sul Lago di Como, mia moglie si è innamorata di una bellissima casa. Ma a Milano venivo tutte le settimane, camminavo molto, facevo shopping: non era bella come adesso, ma era molto interessante grazie alle persone che ci vivevano”.
Concerto Bocelli – “Sì l’ho visto, emozionante. Mi sono ricordato di quando sono salito sul tetto della cattedrale per un servizio fotografico e mi ha fatto effetto”.
Atalanta-Valencia possibile bomba per il virus – “Non ci sono delle prove, ci sono delle voci, ma le voci ogni tanto non sono vere”.
Calcio tedesco contro l’emergenza – “Soffre e aspetta, come tutto il mondo calcistico. Da una settimana abbiamo almeno il permesso di fare allenamento in piccoli gruppi di 4-5 giocatori, dopo le sessioni in teleconferenza che sono state utili per rimettere in forma i ragazzi: quando sono arrivati al centro sportivo e hanno interagito di persona, il loro umore è migliorato molto”.
Mini gruppi – “Funzionano molto bene, perché come Lega abbiamo istituto una task force medica, che è in contatto quotidiano con la politica e controlla che tutto si svolga in modo regolare. Due volte a settimana vengono a fare il tampone ai calciatori”.
Finire i campionati in un solo stadio – “Altrove la situazione è molto più pesante che in Germania. Qui la situazione del virus non è controllata al 100% ovviamente, ma ho la sensazione che lo sia un po’ di più rispetto ad altri Paesi. Ognuno deve valutare la propria situazione e trovare soluzioni con la politica, che alla fine è quella che decide se e quando ricominciare”.
Unità tra i club – “In Germania ce n’è molta. La Lega comprende anche la serie B e c’è grande solidarietà: credo che siamo un esempio per la politica e per il popolo tedesco”.
Dopo Inter e calcio, Rummenigge parla del mercato dopo il Covid
Giocatori coscienti del problema – “A nessuno piace perdere una parte del proprio stipendio, ma l’importante è capire che una situazione così, nel mondo, non è stata mai vissuta. La solidarietà in questo momento è la cosa più importante, a tutti i livelli: tra i paesi e tra le persone”.
Spese meno folli – “Ciò che conta adesso è finire la stagione. Una volta terminata abbiamo tutti la speranza che esca il sole, dopo una pioggia così grande. Credo che il mercato soffrirà, perché tutti quanti abbiamo speso sempre di più negli ultimi vent’anni, per i cartellini e i salari e questo sarà condizionato in modo abbastanza pesante. È il momento della liquidità. E chi ha liquidi sarà molto prudente”.
UEFA – “La UEFA ha dimostrato sensibilità, stabilendo che prima vanno finiti i tornei nazionali. E poi speriamo tutti che si possano terminare Champions ed Europa League in modo accettabile, perché ci sono danni sportivi ed economici. Dobbiamo trovare una soluzione per chiudere questa stagione sportiva”.
Andrea Agnelli – “L’ho chiamato quando era in quarantena. Credo non sia un momento facile nemmeno per lui: deve trovare delle soluzioni con la UEFA che vadano bene sia per i campionati che per le coppe europee. Non solo dal punto di vista del calendario, ma anche da quello economico”.
Terminare la stagione a ottobre-novembre – “Bisogna aspettare, per avere un quadro più chiaro di quello attuale. Nessuno oggi può dire quando sarà conclusa la stagione, come viene condizionato il calcio, e tutta la nostra vita. Aspettiamo che tutto sia finito e poi discutiamo in modo più chiaro. Questo è il mio consiglio”.
Spiegare gli italiani ai tedeschi – “Ho vissuto tre anni in Italia, forse sono stati i più belli della mia vita. È una terra speciale, è molto diversa come paese, per politica e cultura. Da tedesco, dico che è eccezionale, e lo pensano anche milioni di miei connazionali che vengono da voi in vacanza ogni anno”.
Nazionali nel 2021 – “Ci sono già delle ipotesi per giocare tre partite e non due in ogni finestra. È un’idea che mi piace per recuperare le partite saltate per dare spazio ai campionati”.
Italia bestia nera della Germania – “Sì, siete la nostra bestia nera! Mi ricordo la semifinale del 2006, quando la Germania era già pronta alla finale. Il vostro calcio è sempre stato complicato per noi, anche coi club”.
Dirigente? – “Ho avuto la fortuna di avere due carriere, sul campo e dietro alla scrivania. E forse per me questa è stata la vittoria più importante. Ma giocare a pallone resta la cosa più bella: ancora oggi quando sono seduto allo stadio vorrei scambiarmi con i giocatori ed essere in campo: le partite si decidono lì, non in tribuna”.
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