Sabatini-Suning, le incompatibilità di un rapporto in crisi
Le eccessive divergenze tra le due parti hanno portato ad una logica separazioneSembra abbastanza semplice ed intuitivo ricondurre i motivi del divorzio alle grandi difficoltà vissute sulla pelle dello stesso Walter Sabatini, nel muoversi con la giusta autonomia in sede di trattative. Insomma, l’ormai ex direttore dell’area tecnica di Suning non se la sentiva più di andare avanti senza poter lasciare la propria impronta in un mercato reso già molto difficile dai paletti del fair play finanziario e dalle restrizioni del governo cinese, senza trascurare il complicato meccanismo di comunicazione Milano-Nanchino anche in sede di normale amministrazione.
Come si legge nella ricostruzione fatta quest’oggi sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, non erano stati ancora metabolizzati diversi stop in sede di mercato, in particolare alle operazioni Ramires, Pastore e Texeira, con i due brasiliani di proprietà proprio dell’altro club di Suning. Si parla anche di uno scontro durissimo con la proprietà nelle ultimissime battute di mercato, ma a Sabatini è forse dispiaciuto di più il mancato concreto ‘appoggio’ o perlomeno vissuto co me tale da lui di alcune com ponenti italiane del club. E in questo senso scarso ‘aiuto’ sarebbe arrivato anche da Spalletti, tanto che i due, si dice, si sarebbero sentiti poco o niente da inizio febbraio ad oggi. Sabatini e Ausilio erano stati chiari: “Se non ci rinforziamo, il quarto posto è a rischio, e senza Champions si svaluta ogni co sa, soprattutto la rosa, e quindi addio plusvalenze sicure, e paletti del fair-play finanziario più difficili da neutralizzare”. Strategia però seccamente bocciata da Suning, segno di un feeling evidentemente mai sbocciato, di una fiducia mai cresciuta nei confronti del dirigente che più di tutti si è esposto in questi mesi.
Ufficiale – La tv di Suning annuncia: addio Sabatini
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