Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha parlato a lungo dell’esperienza di Calhanoglu all’Inter e del suo attuale momento di forma, non senza qualche parola di rammarico per la scelta del Milan di lasciarlo andare via a zero nel 2021.
Queste le su parole:
MOMENTO DI FORMA – “Sta facendo molto bene e, soprattutto, sta facendo tantissimo. Lo vedi in tutte le zone del campo: corre e fa correre i compagni”.
RAMMARICO MILAN – “Errore del Milan lasciarlo andare via? Parlando con il senno di poi, viene da dire di sì. Ma sono situazioni che nel calcio si verificano spesso. Io, ad esempio, nonostante me lo avessero proposto quando facevo il dirigente, non presi Andrea Pirlo. E dopo si è visto quello che è diventato. Al Milan Calhanoglu aveva già dimostrato di essere bravo: allora, però, faceva il trequartista, o al massimo la mezzala sinistra. Adesso è una cosa diversa, adesso è un uomo-squadra”.
IDENTIKIT – “Lo definisco con un solo aggettivo: completo. Può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, si muove con grande intelligenza e fa muovere i compagni dettando i tempi di quasi tutte le azioni. Sa quando è il caso di giocare sul breve e quando, invece, bisogna lanciare lungo. Ripeto: siamo davanti a un calciatore completo e moderno nell’interpretazione del ruolo”.
CAMBIO RUOLO – “Cambiando funzione ha dimostrato di essere un ragazzo di alto livello intellettivo. Ha capito quali erano le sue qualità e quali le esigenze della squadra. Si è messo a disposizione e ne è nato un nuovo Calhanoglu. Va detto che nel centrocampo dell’Inter è molto aiutato da Barella e da Mkhitaryan, e un contributo notevole lo danno anche gli esterni, soprattutto Dimarco a sinistra. Ma Calhanoglu, proprio come fece Pirlo, sta dimostrando una personalità notevole. È il fulcro dell’Inter, quello attorno al quale ruota tutto”.
PREGI – “Sicuramente la visione di gioco. Sa, prima degli altri, dove finirà il pallone. Conosce il ritmo della partita. È in grado di decidere in pochissimo tempo su quale lato si deve attaccare l’avversario, se conviene temporeggiare o accelerare. E poi ha precisione di tocco, sia nel lungo sia nel breve, e un gran bel tiro. Su calcio di rigore è micidiale, non sbaglia quasi mai. E anche sulle punizioni dal limite dell’area è preciso e potente”.
STATUS – “Secondo me, come regista, è tra i primi tre. Ha fatto miglioramenti incredibili e ha dimostrato che il successo si ottiene soltanto quando si crede in se stessi e si lavora per fare un salto di qualità. Lui, adesso, è uno dei migliori giocatori d’Europa e si vede anche nelle partite di Champions League. Sa impostare e sa difendere. E, soprattutto, ha le personalità per guidare la squadra”.
CONFRONTO MILAN-INTER – “L’ho detto: anche al Milan, da trequartista, Calha aveva fatto bene. Però credo che la sua posizione ideale sia quella di regista davanti alla difesa. Mi sembra che in quel ruolo possa esprimere al massimo le sue qualità. E i compagni gli riconoscono la leadership, cosa tutt’altro che semplice da ottenere. Significa che in lui vedono un giocatore importante al quale appoggiarsi sia nei momenti di difficoltà sia quando la squadra deve andare all’assalto”.
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