Arrigo Sacchi, ex allenatore e dirigente, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport ha commentato il duello a distanza tra Milan e Inter: la squadra nerazzurra si è portata a -1 dai rossoneri, dopo il turno infrasettimanale di Serie A.
Ecco le sue parole: “Milan e Inter si giocano il primo posto sotto l’albero di Natale, e sarà un duello appassionante in questo momento in cui abbiamo tutti bisogno di emozioni positive. Però, va detto subito per sgomberare il campo da ogni dubbio, si tratta di una sfida tra un peso massimo (l’Inter) e un peso piuma (il Milan), per dirla in termine pugilistici. Le due realtà sono completamente diverse per investimenti fatti sul mercato (i nerazzurri hanno speso molto di più) e per qualità dei giocatori (decisamente superiore l’Inter come rosa). Il Milan può essere competitivo fino in fondo soltanto a una condizione: deve essere più squadra, deve puntare più sul gioco che sulle individualità, non deve mai perdere quella determinazione, quella grinta e quell’entusiasmo che ne hanno caratterizzato la prima parte di stagione. Finora i rossoneri hanno dimostrato di avere più volontà, più generosità e più spirito di sacrificio dei rivali, su questo nessuno può discutere. La rosa del Milan è numericamente esigua, le assenze di Ibrahimovic e di Kjaer, alla lunga, pesano, e lo si è visto negli ultimi due turni di campionato, però il carattere del gruppo e la voglia di non mollare mai possono fare la differenza. Pioli si è dimostrato più bravo di quanto molti pensassero, ha saputo costruire un gruppo omogeneo, ha dato un gioco alla squadra, ha convinto i suoi ragazzi a credere nel lavoro e, così facendo, ha ottenuto da tutti il massimo, se non di più. Adesso si tratta di gestire le forze e poi ci sarà la pausa per ricaricare le batterie. Una cosa deve essere chiara: al deficit, inevitabile data l’età dei protagonisti, di esperienza e di conoscenze si può sopperire soltanto con l’aumento della collaborazione e della coesione”.
Sull’Inter: “L’Inter è un peso massimo, si diceva. Lo è considerando gli acquisti, considerando i campioni che formano la squadra di Conte e considerando il valore dell’allenatore. Mettiamola così: l’Inter ha un professore in panchina, adesso i giocatori devono diventare una scolaresca disciplinata. I nerazzurri sono cresciuti molto, sanno essere padroni del campo (anche se non sempre) e poi hanno un vantaggio: sono fuori dalle coppe. Questo, io l’ho vissuto sulla mia pelle quando allenavo il Milan, è un punto a favore perché significa che i giocatori devono pensare a una sola cosa durante la settimana e si può programmare un lavoro mirato. Inoltre giocatori come Lukaku stanno dando un esempio importante anche per i compagni. Il Milan, invece, ancora impegnato in Europa League, si vedrà togliere energie dalla competizione internazionale. Infine c’è l’aspetto ambientale che, in un duello, è sempre determinante. Sia l’Inter sia il Milan hanno una storia di successi alle spalle, sanno come si vince e sanno come ci si deve comportare, però mi sembra che i dirigenti rossoneri siano più in sintonia tra loro rispetto ai colleghi nerazzurri. Anche questo è un argomento da non sottovalutare: ho sempre pensato, e continuo a pensare, che i successi nascano dalla società, passino per l’allenatore e arrivino ai giocatori in quali mettono in pratica una strategia pianificata dall’alto”.
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