Arrigo Sacchi, sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, ha fornito la propria analisi sul match che si è disputato martedì sera tra Real Madrid e Inter. Ad avere la meglio è stata la squadra spagnola, allenata da Zidane, per 3-2 con i nerazzurri che si sono arresi nel finale ad una rete di Rodrygo.
Ecco le sue parole: “Il Real Madrid, ringiovanito ma con meno esperienza e con nomi meno famosi del solito, ha battuto la generosa Inter. I nerazzurri hanno lottato, hanno recuperato un passivo di due gol, hanno dato il massimo dell’impegno e della volontà ma alla fine hanno perso. Se gli uomini di Antonio Conte avessero pareggiato o vinto, nessuno avrebbe gridato allo scandalo. Il Real ha dimostrato una qualità migliore. Le squadre spagnole nella storia sono sempre state superiori a livello tecnico rispetto alle squadre italiane. In Spagna, e a Madrid in particolare, hanno sempre interpretato il calcio come sport offensivo e spettacolare mentre noi in Italia il contrario. Questo ha permesso una crescita tecnica sviluppata già da bambini e una maggiore personalità. Le poche squadre italiane che nella storia hanno battuto il Real in Spagna hanno vinto quasi sempre grazie a catenacci e contropiedi. Poche volte con una organizzazione di squadra in grado di inibire la loro tecnica e ingigantire i limiti difensivi e di collaborazione”.
L’analisi sull’Inter: “Giustamente Antonio non ha voluto fare catenacci anche se ha tenuto sempre un giocatore in più del dovuto in difesa. Il Real ha giocato a sistema puro con Sergio Ramos e Varane contro Perisic e Lautaro. Cosi aveva uno o più elementi in più nel gioco che non hanno aiutato i nerazzurri ad effettuare marcature, pressing e raddoppi, che avrebbero potuto annullare o ridurre l’abilità tecnica dei blancos. Antonio Conte ha un compito difficile: il Real si può battere oggi più facilmente ma occorre essere superiori nella organizzazione di squadra e nella capacità di muovere il gruppo in modo organico, compatto e collaborativo. L’Inter dovrebbe essere più ordinata, più corta e con un gruppo più pensante. Giocare con il cuore va bene, sempre che si usi la testa e vi siano una comunicazione e una sinergia maggiori. Oggi il Real non ha più i mostri sacri ma è migliorato nello spirito di squadra. Accenna anche un discreto pressing. Purtroppo Antonio ha alcuni giocatori che pensano poco e altri che debbono crescere. Creare una vera squadra sarà difficile con atleti che giocano più d’istinto che di ragione. Però Conte è molto bravo e ce la può fare”.
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