Samaden: “Priorità alla crescita dei ragazzi, ci alleniamo come una prima squadra. E su Zaniolo…”
Il direttore delle giovanili dell'Inter fa il punto sulla Primavera e non soloTra i presenti a Milano Calcio City, evento milanese andato in scena oggi con la presenza di numerosi esponenti del calcio italiano, Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell’Inter, ha avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con RMC Sport Network per fare il punto sulle giovanili nerazzurre: “Speriamo di vedere crescere i ragazzi, è un processo graduale e il processo di quest’anno è differente – ha dichiarato il dirigente – Abbiamo una squadra giovane ma col tempo arriveranno le soddisfazioni delle passate stagioni. Quanto tempo ci vorrà? Chiediamolo alle squadre che non vincono da tanto. Non siamo mai partiti con quest’obiettivo, volevamo solo lavorare e far crescere i ragazzi e questo ci contraddistingue. Facciamo in modo che i ragazzi possano lavorare come in prima squadra, poi possiamo stare anche un paio d’anni senza successo”.
Sul tema dei prestiti in Serie B: “Indice del valore dei ragazzi che escono dal nostro settore giovanile, se si hanno sbocchi vuole dire che abbiamo un livello importante. Gli allenatori hanno permesso alla nostra Primavera di allenarsi come una prima squadra e come una squadra di Serie B”. Quando poi gli viene chiesta una battuta sulla Youth League, Samaden risponde così: “E’ una competizione che ci aiuterà di crescere, quando vincemmo fu in un momento particolare e oggi il livello è aumentato, partecipano più squadre. L’obiettivo non è il risultato, non lo chiediamo all’allenatore”.
In chiusura, non può mancare una considerazione su Zaniolo, prodotto delle giovanili interiste e fresco d’esordio, con la casacca della Roma, in Champions League: “Fa piacere vedere i nostri ragazzi calcare i grandi campi in Europa, così come mi ha fatto piacere vedere Pinamonti per 90′. Il nostro compito è formare i giocatori, i risultati sul piano economico-finanziario hanno permesso di superare il fair-play finanziario anche attraverso le cessioni dei giovani. Non c’è rammarico, siamo abituati. E’ uno scenario che ormai si prospetta sempre di più: se cresce la prima squadra, meno giovani si inseriscono nella stessa”.
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