29 Marzo 2019

Samaden: “Seconde squadre non sono la chiave. L’Inter sta investendo molto sui giovani italiani”

Il responsabile del settore giovanile dei nerazzurri ha parlato del giovane Esposito
samaden inter

Gli esordi di Sebastiano Esposito e Davide Merola contro l’Eintrach Francoforte in Europa League, seppur in situazione di emergenza per Luciano Spalletti, hanno rappresentato motivo di grande orgoglio per una persona in particolare di casa Inter. Si tratta di Roberto Samaden, da parecchi anni responsabile del settore del settore giovanile nerazzurro, apprezzato da tutto l’ambiente per i risultati lodevoli ottenuti puntualmente con ogni categoria. Intervistato da tuttomercatoweb.com, Samaden ha parlato delle difficoltà per i giovani di poter esseri lanciati in prima squadra, bocciando in parte il progetto delle seconde squadre. Ecco le sue parole: “Non è facile, per un club come l’Inter, pensare di portare in prima squadra un calciatore. È successo con Esposito, in Europa League, per una serie di cose successe: ha segnato una doppietta alla prima partita da titolare in Primavera, dopo i tanti gol negli Allievi”.

Però il Milan ha lanciato qualcuno negli anni, come Donnarumma o Cutrone.
“Io seguo da anni Mihajlovic, alle volte la fortuna è trovare momenti in cui ricostruire, dove non si lotta per il posto Champions. Molto è legato alla casualità, la possibilità per i giovani di emergere è strana. Il Milan di qualche anno fa era in un momento di ricostruzione, senza possibilità di investire, più un allenatore che ci ha puntato”.

All’estero però…
“Anche lì i giovani cresciuti nel vivaio fanno fatica. Al Barcellona è finita l’era d’oro, ecco perché le seconde squadre possono essere la chiave. Bisogna strutturare il progetto nella maniera migliore, l’anno scorso c’è stata una partenza, ma ora serve il prosieguo”.

Vi affidate molto allo scouting all’estero?
“Negli ultimi anni abbiamo sensibilmente diminuito, alzando il tasso di italianità. Rispetto a qualche tempo fa siamo andati in controtendenza, l’Atalanta ha molti stranieri ora. Noi invece ne vogliamo pochi, dati alla mano abbiamo più italiani. Investiamo sul territorio, Milano, Bergamo, Lombardia. Non è una scelta legata ai nerazzurri, loro stanno investendo tantissimo – e bene – anche in prima squadra. Invece noi sulle attività di base”.

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