PREPARATI AL MATCH – Tutto su Sampdoria-Inter
Dopo le vittorie di Juventus ed Empoli, la Serie A scende in campo in questa domenica sera per completare il quadro della 28esima giornata. Tra le sfide di punta c’è Sampdoria-Inter, con le due squadre impegnate nella lotta per partecipare alle competizioni continentali del prossimo anno: i blucerchiati in questo momento sono lontani solo cinque punti dal secondo posto, mentre i nerazzurri devono recuperare ben 8 punti per ambire ai preliminari di Europa League. Una sfida che sembra impari, con i padroni di casa sulle ali dell’entusiasmo e nettamente favoriti sugli ospiti, senza obiettivi già a metà marzo; ma il calcio è strano e non smette mai di regalarci emozioni e risultati imprevisti. Sarà anche Mihajlovic contro Mancini, per la prima volta nella storia dei due allenatori: un motivo in più per seguire il match.
LA STORIA ? Sono 64 i Sampdoria-Inter disputati nella storia del calcio italiano: il primo risale al 1947 e terminò con un netto 1-5 per gli i nerazzurri; l’ultimo il 13 aprile dello scorso anno, con uno 0-4 sempre per gli ospiti. Tanti i gol (105 totali per l’Inter e 62 totali per la Samp) per un bilancio che parla abbastanza chiaro: 29 successi totali per il Biscione, 22 pareggi e 13 sconfitte. L’ultima vittoria per i blucerchiati risale al settembre del 2009, quando un gol di Pazzini al 72esimo costrinse gli uomini di Mourinho alla prima debacle in campionato di quella magica stagione. Per sette volte l’incontro è andato in scena sul palcoscenico della Coppa Italia: solo due vittorie per l’Inter, nel 1973 (1-3) e nel 2007 (0-3).
LE FORMAZIONI ? Senza Santon, fermato da un attacco febbrile, Mancini sceglie di confermare Campagnaro sulla fascia destra e di inserire D’Ambrosio sulla sinistra; al centro, davanti ad Handanovic, Ranocchia e Juan Jesus. A centrocampo il trio composto da Guarin e Brozovic mezzali e Medel mediano proverà a impostare le azioni per le due punte, che dovrebbero essere Icardi e Podolski; a sostenerli Shaqiri, in cantaggio su Kovacic ed Hernanes.
Mihajlovic risponde col suo solito 4-3-3 tutto corsa e muscoli: davanti a un ottimo Viviano, la linea a quattro sarà formata da De Silvestri, Romagnoli, Silvestre e Regini; in mezzo al campo torna a disposizione Soriano, che affiancherà Palombo e Obiang; in avanti ampia scelta per il tecnico ex Fiorentina, con Eto’o ed Eder sicuri del posto e Okaka e Muriel che si giocano l’ultima maglia da titolare disponibile.
L’OCCHIO TATTICO ? Da troppo tempo uno dei problemi principali del gioco dell’Inter, tanto con Mazzarri quanto con Mancini, è la scarsa attitudine a verticalizzare con rapidità. A nostro parere, come abbiamo più volte ripetuto, per giocate del genere sono necessarie tre componenti: la visione di gioco di chi possiede la sfera, i tagli giusti da parte delle punte e i contemporanei movimenti dei compagni, atti a impegnare spazialmente l’avversario e creare varchi a chi dovrà ricevere il pallone. Le prime due non sono da mettere in dubbio, in quanto elementi come Shaqiri, Kovacic ed eventualmente Hernanes hanno piedi raffinati e buona capacità di lancio; inoltre Icardi ha dimostrato di sapersi muovere bene anche fuori dall’area; ciò che lascia perplessi è il terzo fattore. Dalle fasce, infatti, non arrivano quasi mai le giuste sovrapposizioni, mentre dal centrocampo le due mezzali non trovano con continuità, forse per problemi di condizione fisica, i tagli in avanti. La palla circola troppo in orizzontale, con gli avversari sempre pronti a intervenire e a prendere in contropiede una difesa scarsa e poco reattiva. Per questo contro la Sampdoria, che può contare sulla classe e la fisicità di un mirabolante trio offensivo, siamo convinti che la Beneamata rischierà di patire particolarmente la rapidità con cui di solito i mediani blucerchiati, orchestrati da un ritrovato Palombo, sviluppano il loro pressing sui lenti passaggi in orizzontali che caratterizzano la manovra dell’Inter. Inoltre gli uomini di Mihajlovic hanno dimostrato di saper salire bene e con equilibrio anche con i terzini: gli esterni d?attacco, infatti, partono sempre molto larghi per accentrarsi e lasciare lo spazio giusto per le discese da dietro dei compagni di squadra. Menzione particolare per Eto’o: il camerunese troverà di fronte la squadra con cui ha vinto tutto cinque anni fa. La speranza è che gli salga un po’ di magone e che non infierisca troppo contro quei colori a cui ha dato tanto.
di Gianluigi Valente