Finalmente abbiamo una data. Il 2021 sarà l’anno dell’inizio dei lavori per il Nuovo San Siro. A confermarlo è Paolo Scaroni, il chairman del Milan, che si sente fiducioso nel dire che il prossimo sarà l’anno della posa del primo mattone del progetto.
Molti indicatori portano infatti a credere che finalmente i tempi siano maturi per l’inizio dei lavori: i club di Milano dovrebbero consegnare in Municipio, prima della fine dell’anno, gli ultimi aggiornamenti e revisioni ai progetti definitivi, corredati dalle modifiche richieste da Palazzo Marino (rispettando i 16 paletti posti dall’Amministrazione milanese). L’ultimo passaggio dell’iter approvativo sembra quindi ormai completo.
Oltre a questo, l’anno che verrà si preannuncia decisamente più roseo rispetto al 2020. Alla ripresa delle attività sociali seguirà quella delle attività economiche connesse, su tutte quelle delle manifestazioni sportive. Gli spettatori torneranno negli stadi, la Serie A troverà del nuovo ossigeno per le sue casse sofferenti e i club italiani saranno in grado di investire sul futuro. Non è un caso infatti che il 19 dicembre i vertici del Coni, Figc e Lega Serie A abbiano inviato una lunga lettera al governo (indirizzata in particolare al Premier Giuseppe Conte e ai ministri Spadafora, Gualtieri e Franceschini), in cui viene evidenziata la situazione arretrata in cui versa il business dell’intrattenimento offerto dagli stadi italiani.
Il Presidente Dal Pino e i vertici di tutta la Serie denunciano infatti situazioni di precarietà e inefficienza, ben lontani dai moderni standard europei vigenti oggi in Inghilterra, Spagna, Francia e Germania. Il punto su cui più è urgente intervenire è la complessità e la tempistica dell’iter burocratico per l’approvazione dei progetti per i nuovi stadi: tempi di otto-dieci anni a fronte di una media europea di due-tre, per ottenere i permessi per la costruzione di nuovi impianti sportivi. La conseguenza è quella di rendere totalmente inappetibile investire nella costruzione di uno stadio in Italia.
Un rapporto Deloitte evidenzia poi che gli stadi della Serie A ricavano poco dalla vendita dei biglietti, sono spesso mezzi vuoti e gli impianti di proprietà privati sono pochissimi rispetto a quelli pubblici, con la conseguenza che i club non possono sfruttarne le potenzialità economiche. Da ciò derivano meno ricavi, meno possibilità di spendere, e un torneo che negli ultimi dieci o vent’anni ha visto il suo lustro e la sua competitività appassire come un fiore senza l’acqua e il sole.
Occorre snellire la burocrazia, le tempistiche e i costi di approvazione per rendere di nuovo competitivo il campionato italiano, e va fatto a cominciare dagli stadi. Il 2021 si preannuncia quindi una stagione di investimenti, con Inter e Milan che potrebbero fare da apripista per un percorso di rinnovamento dell’intero movimento italiano.
Parole a margine vanno poi spese per le indiscrezioni pubblicate negli ultimi giorni dal Corriere della Sera, che indica come la scelta dei Club milanesi ricadrà probabilmente sul progetto de “La Cattedrale” presentato dallo studio Populous. Inter e Milan hanno preferito affidarsi ad uno studio con un’esperienza internazionale pluriennale nella costruzione degli stadi, una scelta dettata dall’esigenza di conformarsi agli standard europei. O così sembra, dato che ancora manca l’ufficialità.
Per pronunciarsi ulteriormente però è meglio attendere una comunicazione ufficiale.
A margine di questi ultimi sviluppi, il titolo “Rivoluzione San Siro” sembra essere stato il più calzante in assoluto per questa rubrica. Quello in atto a Milano è il primo passo di una rivoluzione che investirà l’intero movimento calcistico italiano, anche se in ritardo di 10 anni rispetto al resto d’Europa. La Juventus è stato il primo grande club in Italia a riconoscere le potenzialità di costruire uno stadio di proprietà, e la storia degli ultimi anni le ha dato ragione. Alla Vecchia Signora si sono poi aggiunte il Sassuolo, l’Udinese e in ultimo l’Atalanta: tra poco sarà anche il turno del Cagliari e poi, finalmente, quello di Inter e Milan. Altri club in Italia si sono comunque dimostrati dell’intenzione di affrancarsi dalle strutture comunali per costruire uno stadio di proprietà, su tutte la Roma e la Fiorentina.
Insomma, il movimento italiano sembra essere definitivamente pronto ad abbracciare una rivoluzione, con San Siro che diventerà il più costoso e moderno stadio di calcio d’Europa e che detterà i nuovi canoni per tutti i nuovi impianti italiani.
Si potrebbe quindi assistere ad una rivoluzione dell’intera Serie A, e forse, un giorno, il suo ritorno ai fasti di un tempo.
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