22 Novembre 2017

Santon 3.0, dalla sfida contro CR7 al crollo nell’estate 2016: Spalletti prepara l’ennesimo miracolo

Il Bambino ritrova una maglia da titolare contro l'Atalanta ed è pronto a riconquistare l'Inter

Spalletti lo ha lanciato sorprendentemente dal primo minuto domenica nella sfida contro l’Atalanta e Davide Santon si è fatto trovare pronto. Quella del “Bambino” non si può definire una carriera normale visto ciò che gli è successo nel 2009 sotto la guida di José Mourinho. E così diventa eccezionale anche la sua ennesima rinascita, pur avendo regalato soltanto una prestazione sufficiente domenica a San Siro. Ma in quei 90’ c’è invece una fiaba bellissima, apparecchiata da Spalletti ma firmata tutta dal terzino.

Come ricordato dalla Gazzetta dello SportSanton tira i primi calci a un pallone a 2 anni seguendo il padre Mirco, bomber del Bosco Mesola, squadra del suo paese nel Ferrarese. A 9 anni è a Ravenna, dove lavorava Claudio Pea, già in orbita dell’Inter, di cui allenerà la Primavera. Santon inizia da centravanti per l’altezza, ma poi sfonda come esterno di centrocampo. A 14 anni lascia casa, l’impatto con Milano non è facile ma lui va di fretta, salta qualche casella e dagli Allievi balza in prima squadra. Nell’estate 2008 tale José Mourinho se lo porta dietro nella tourné americana.

Nel gennaio 2009 esordisce in Coppa Italia contro la Roma, subito dopo in campionato con la Samp e a febbraio il doppio duello Champions contro l’idolo Cristiano Ronaldo. L’Inter viene eliminata ­ma Davide diventa un caso nazionale tanto che Marcello Lippi lo fa esordire in azzurro contro l’Irlanda del Nord, a Pisa, nel giugno 2009.

Il Bambino di colpo accusa la pressione e paga dazio ad un’ascesa troppo veloce. A Marassi in autunno perde un pallone che regala la vittoria alla Samp, mentre poco dopo Mou lo manda in campo sul 4-­0 in un Inter-­Palermo. Lui non c’è con la testa, va in tilt e lascia San Siro piangendo dopo un rocambolesco 5­-3. Le vere lacrime sono però quelle del 17 novembre. In Lussemburgo l’Under 21 si gioca le ultime speranze per Europeo e Olimpiade, al 44’ il ginocchio destro fa crack ma lui gioca anche il secondo tempo.

Una generosità che paga con una serie di conseguenze che arrivano fino ad oggi. Perché quando Cristian Chivu il 6 gennaio 2010 si apre la testa contro Pellissier, Davide per dare una mano forza il recupero. Il ginocchio da quel giorno richiede una manutenzione particolare. Dopo le esperienze a Cesena e Newcastle, torna all’Inter ma non trova spazio. Nell’estate 2016 non supera le visite mediche con Sunderland  Napoli  e Newcastle.

Davide non si arrende, lavora duro e domenica rinasce. E se adesso riprende ritmo e fiducia Spalletti avrà fatto un altro miracolo a Milano.

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