Sassuolo-Inter, la lavagna tattica: l’importanza di Guarin e Taider
di Gianluigi Valente
La quarta giornata di Serie A, oltre a proporre partite dal grande calibro (vedi il derby di Roma o Milan-Napoli), vedrà l’Inter di mister Mazzarri impegnata sul campo di una neopromossa, il Sassuolo. Per i nerazzurri è stato un ottimo inizio di campionato, con due vittorie consecutive su Genoa e Catania e il pareggio interno contro i rivali di sempre della Juventus; i neroverdi, invece, dopo averla sfiorata per tre anni di fila, assaporano per la prima volta la massima serie. Per gli uomini di Di Francesco, però, non è stato un esordio facile: nelle prime tre giornate, infatti, sono arrivate tre brutte sconfitte contro Torino, Livorno e Verona; ma ad eccezione della pessima gara casalinga contro Paulinho e compagni, negli altri due matches si è vista in campo una squadra vogliosa e a tratti intraprendente, con l’unica pecca di essere un po’ troppo leggera nelle retrovie e vagamente inconcludente negli ultimi 16 metri. Qualità che sembra aver lasciato nel cassettino dei ricordi l’Inter: ecco perché siamo convinti di poter affermare che Sassuolo-Inter metterà a confronto due compagini diversissime per storia e caratteristiche, ma anche che nel calcio moderno non è possibile sottovalutare alcun tipo di avversario.
IL MODULO – Nella prima partita della storia contro gli emiliani, l’Inter dovrebbe scendere in campo con il 3-5-1-1 che tanto bene ha figurato con la Juventus e con il Catania. Il modulo in questione, però, data la grande copertura soprattutto nella zona del centrocampo, si addice prevalentemente alle gare in cui è necessario sapersi difendere anziché a quelle che vedono i nerazzurri contrapposti a squadre pronte a fare barricate nella propria metà campo, come per esempio ha fatto il Genoa a San Siro nella prima giornata di campionato o come potrebbe fare il Sassuolo al ‘Mapei Stadium‘ quest’oggi alle 12.30. Davanti ad Handanovic la linea a tre sarà composta da Campagnaro sul centrodestra, Ranocchia centrale e Juan Jesus sul centrosinistra, pronti ad essere coadiuvati da Jonathan e Nagatomo, esterni di centrocampo. La mediana sarà composta da giocatori molto fisici: Cambiasso perno centrale con mezzali Guarin e Taider rispettivamente a destra e a sinistra. In attacco, invece, il solito Rodrigo Palacio sarà affiancato da Ricky Alvarez, che sarà piuttosto libero di agire alle sue spalle.
L’OCCHIO DI RIGUARDO – La scelta di un modulo comunque prudente come quello appena descritto risiede nell’offensività di quello proposto da Di Francesco: orfano del suo centrale difensivo Terranova (rottura del crociato per lui), l’ex centrocampista di Roma e Piacenza, da un anno sulla panchina del Sassuolo, manderà in campo la sua squadra con un 4-3-3 votato all’attacco. Se Magnanelli giocherà da mediano, infatti, lo stesso non si può dire di Kurtic e soprattutto di Missiroli, sempre pronti ad appoggiare le folate offensive di Schelotto, Zaza e Alexe (in ballottaggio con Floro Flores). Ecco perché sarà importante che i tre mediani nerazzurri, guidati da Cambiasso, sappiano fare al meglio le due fasi: recuperare palla e lanciarsi in avanti per inserirsi negli spazi che creeranno Palacio e (si spera!) Alvarez. Da quest’ultimo, infatti, ci si aspetta la quarta prestazione super, fatta di corsa e soprattutto tanta qualità; dovrà essere bravo non solo a ricamare per la punta che gli giocherà davanti, ma anche a trovarsi gli spazi giusti contro avversari coriacei che, in teoria, gli lasceranno poco respiro. Nel gioco di Mazzarri, come sappiamo, fondamentali sono gli esterni: nel Napoli li vedevamo sfrecciare inseguendo i lanci lunghi dei difensori e creando la superiorità numerica con la loro rapidità; nell’Inter si cerca di metterli in movimento con azioni più manovrate ed elaborate. La palla gira (non ancora abbastanza velocemente) e, grazie al supporto dei due interni di centrocampo, sia Nagatomo che Jonathan riescono a proporsi per scambi stretti e veloci. Anche quest’oggi, contro una compagine che nei precedenti impegni ha trovato tanta difficoltà nel limitare gli esterni, sarà importantissimo il loro contributo.
DOVE PUNTARE – Come abbiamo già detto, gli aghi della bilancia in questo match delicato potranno essere i due interni di centrocampo, Taider e soprattutto Guarin: l’esplosività del colombiano è nota a tutti, ma in questo inizio di stagione non è ancora emersa come in passato a causa di problemi fisici relativi alla preparazione estiva; ma la spinta che dovranno fornire lui e l’ex Bologna potrebbe essere la marcia in più per portare a casa i tre punti. Fondamentale sarà poi l’incisività di Jonathan e Nagatomo: mentre quest’ultimo è molto costante nel rendimento a prescindere dagli avversari, il primo ha dimostrato contro la Juve di avere ancora qualche problema di continuità e, anche se non ha cancellato quanto di buono fatto da agosto in poi, ha rinvigorito le teorie di chi lo giudica inappropriato al ruolo che occupa. Ci si aspetta da lui maggiore convinzione e intraprendenza soprattutto nella metà campo avversaria, dato che creare la superiorità numerica è la chiave per sbloccare ogni tipo di partita. Nota di riguardo la merita un giocatore che anche contro la Juventus, pur non entrando nei tabellini dei marcatori come spesso gli capita, non ha fatto mancare il suo apporto: Rodrigo Palacio. Il giocatore argentino ha dimostrato in questi anni di saper agire da prima punta, seconda punta, esterno d’attacco e perfino da trequartista, senza perdere il fiuto per la porta avversaria e per il gol. La speranza è che anche oggi sia decisivo come spesso lo è stato nell’ultimo anno. Gli ingredienti per una grande gara ci sono tutti: appuntamento al Mapei Stadium alle 12.30!