Sconcerti attacca Conte: “Ha chiesto Eriksen come se fosse Benassi. L’Inter non è mai stata squadra”
Il giornalista è durissimo nell'analisi di questa mattinaNon ci va per niente leggero Mario Sconcerti nella consueta analisi del lunedì sulle pagine del Corriere della Sera. Per l’esperto giornalista, la sconfitta rimediata ieri sera dall’Inter contro la Lazio, rivela parecchie responsabilità anche in mano ad Antonio Conte. Il cronista è critico soprattutto nei confronti della gestione dei nuovi arrivi di gennaio, presentati alla vigilia come grandi colpi che avrebbero permesso al club di avvicinarsi alla Juventus e che – Young a parte – si stanno rivelando tutt’altro visto il pochissimo spazio fin qui concessogli. Ecco il giudizio complessivo di Sconcerti:
GLI INNESTI DI GENNAIO – “Non so chi vincerà il campionato, la Lazio per esempio è già dentro una striscia di risultati impossibili, l’Inter magari aggiungerà davvero Eriksen alla stagione e la Juve si riprenderà. Ma c’erano sull’Inter da tanto tempo segnali che sono stati ignorati, rilanciati per amore quasi di caciara, di un abbraccio incosciente. L’Inter aveva vinto solo quattro delle ultime nove partite. E la decima ha perso. Perché non è mai stata una squadra esatta. Bella squadra ma spinta dalle grida di Conte che ha chiesto Eriksen come se fosse Benassi e non lo ha fatto ancora giocare. E dalla sottomissione della società a un tecnico che l’ha accusata di qualunque cosa e costretta a prendere qualunque cosa. Poi alla fine, l’unico titolare nuovo per Conte è un terzino, Young. Nel frattempo la squadra è uscita dalla Champions e non è messa bene in Coppa Italia, sempre perdente appena trova un avversario di qualità reale (Juve, Lazio, Barcellona, Dortmund). È davvero una sorpresa?”.
IL GRUPPO – “Conte ha costruito fin dall’inizio una squadra così concreta e basica che quasi non può essere toccata. Eriksen, un grande giocatore ma un eccesso in un centrocampo alla Conte, è sostituito da Vecino che doveva andarsene. Moses non è mai stato migliore di Candreva in tutte le rispettive carriere. Alzando la personalità della squadra Conte l’ha messa fuori equilibrio. Ha un altro gruppo, non c’è niente di aggiunto, c’è tanto di diverso. Lo ha capito anche lui, infatti gioca ancora con i vecchi, ma i vecchi non bastano, lo ha scritto lui sulla pietra. Ma noi ci siamo cascati e abbiamo glorificato come il nuovo orizzonte una squadra che il suo stesso allenatore giudicava insufficiente. La Juve torna così da sola e guarda la sua nuova avversaria. La Lazio è un canto calmo rispetto all’Inter, è intelligenza, non solo normalità. Non travolge, insiste. Ha fisico e buoni giocatori dovunque. Immobile ha fatto 9 gol più di Lukaku, 6 più di Ronaldo, ma non lo cerca nessuno. Va bene così, è un calcio social, la realtà arriva ultima”.
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