È stato senza ombra di dubbio il punto più basso della stagione dell’Inter: l’eliminazione dalla Champions League, al termine di un girone non semplicissimo ma che appariva comunque alla portata, aveva alimentato e fatto esplodere il malumore nella piazza nerazzurra. Le critiche nei confronti del tecnico, allora, sono state anche parecchio feroci, con l’hashtag #ConteOut che imperversava sui social ed i mal di pancia interni all’ambiente che rischiavano di minare il percorso stagionale.
Da un lato è vero, in ambito europeo erano emersi alcuni dei limiti di un gruppo non ancora formato. Dall’altro lato, però, il lavoro mentale svolto dopo la batosta continentale ha permesso di trasformare questa delusione in energia positiva.
Da allora, infatti, la squadra si è compattata intorno al tecnico, siglando quello che giornalisticamente è stato definito patto scudetto. Il gruppo si è cementato, prendendo lo slancio per quella che è stata a tutti gli effetti una cavalcata trionfale. Disputare una sola partita a settimana ha senza dubbio aiutato, ma senza la consapevolezza acquisita nel tempo difficilmente si avrebbe avuto questo percorso vincente: non in tali proporzioni, perlomeno.
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