Sebastiano Esposito, parla il padre: “Quando è entrato abbiamo pianto. Paragoni e mercato? Andiamoci piano. Su Spalletti…”
Il giovane ha esordito ieri con la maglia dell'Inter in Europa League“Abbiamo pianto alla TV, eravamo senza parole”. Le parole le trova il giorno dopo, il padre di Sebastiano Esposito. Il giovane talento nerazzurro (16 anni) ha fatto ieri il suo esordio in prima squadra con l’Inter: e uno degli uomini del momento, un oggetto richiesto di molte interviste non può che essere l’orgoglioso padre del baby giocatore. Che parla in esclusiva ad AreaNapoli.it. “Non vi nascondo che ho deciso di restare a casa insieme alla mamma, al fratello e alla sorellina – rivela Esposito senior, Agostino il di lui nome – Abbiamo preferito non andare a San Siro, anche per lasciarlo tranquillo. Sono del parere che i figli debbano essere orfani, liberi, senza porsi la preoccupazione dei genitori. Certo è difficile, fai di tutto per non andare a seguirli, anche se qualche volta il richiamo delle emozioni è troppo forte. Abbiamo visto la partita alla televisione. Quando Sebastiano è entrato in campo, ci siamo commossi tutti”.
Com’è noto, ogni esordio, ogni primo passo di un giovane calciatore è sempre, costantemente, scandito da paragoni di vario genere, più o meno calzanti, più o meno comodi. Ma il padre di Esposito ne prende subito le distanze: “E’ presto per fare paragoni, il tempo ci darà ogni risposta. Sono due giocatori estremamente differenti tra loro, ognuno con le proprie caratteristiche. Zaniolo è centrocampista, mio figlio un attaccante atipico e moderno. Entrambi col fiuto del gol, ma Sebastiano è destro e non mancino. Zaniolo oggi è una certezza, Sebastiano deve ancora imporsi”.
Esattamente come i paragoni, un altro leitmotiv delle promettenti carriere in avvio è il mercato. Si vocifera di Paris Saint-Germain: “Ci facciamo scivolare tutto addosso, perché Sebastiano è un giocatore di proprietà dell’Inter. Non smentisco notizie e voci di mercato, non so dire se il PSG abbia incontrato i dirigenti senza trovare un accordo. Quel posso affermare è che, ad oggi, mio figlio pensa solo alla sua squadra attuale”.
Ma non è il momento di montarsi la testa: “Quell’emozione provata ieri deve finire nel momento in cui l’arbitro fischia. Magari la notte gli saranno tremate le gambe e non avrà dormito, ma adesso deve guardare avanti, ai prossimi impegni personali. Il percorso è lungo, il calcio è fatto di ostacoli da saltare o evitare”.
Il rapporto con Spalletti? Antonello Esposito lo spiega così: “Si tratta di un ottimo allenatore, ma è una questione di cui non discuto con mio figlio. In una settimana riusciamo ad andare da lui un paio di volte, preferiamo che cresca anche come individuo e che si faccia le proprie idee. Gli lascio vivere le sue emozioni. Deve saper distinguere, deve imparare, crescere ed apprendere come relazionarsi al meglio con i vari allenatori. Non è importante che ne parli con noi, ma che sia sempre pronto a mettersi a disposizione del mister”.
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