Quello di Stefano Sensi sembra un calvario infinito. Il centrocampista dell’Inter, tartassato da piccoli ma fastidiosi infortuni nelle ultime due stagioni, sembra impossibilitato dal destino e dalla propria fragilità ad esprimersi al meglio. Tutti ricordano i primi due mesi in nerazzurro nel 2019, quando l’ex Sassuolo ha mostrato sprazzi di classe immensa, prima di cadere nel baratro dei problemi fisici. Eppure, nell’ultima stagione, non è mancato quanto si potrebbe pensare.
Sensi è fragilissimo, certo, purtroppo probabilmente dopo tanta sfortuna anche mentalmente, eppure i suoi ripetuti infortuni e ricadute, devono aver instillato in molti una sorta di Effetto Mandela, un falso ricordo. Tuti infatti tendiamo a ricordarcelo sempre infortunato nelle ultime due stagioni. Certo è rimasto fuori a lungo, ma non quanto tutti credono. Lo storico degli infortuni infatti parla piuttosto chiaro.
Tra fine 2020 e inizio 2021 infatti, ha giocato poco, specie da titolare, ma soprattutto per le scelte tecniche di Antonio Conte, che aveva bisogno di guerrieri in ogni palmo di campo e non di giocatori convalescenti e timorosi di entrare duramente.
Se si guarda solo al 2020, l’anno sicuramente peggiore, Sensi è stato fuori 10 giorni a febbraio, per il consueto problema al polpaccio, saltando di fatto due partite, per poi incappare nel peggior problema sinora, l’infortunio al piede a marzo 2020, che lo ha tenuto fuori per 47 giorni (4 partite). Poco dopo essersi ripreso completamente, ad agosto, Sensi si è infortunato al bicipite femorale, proprio nel momento della ripresa di campionato ed Europa League post pausa pandemica. In questo caso in 46 giorni, il centrocampista ha perso ben 13 partite dell’Inter.
A ottobre poi un nuovo problema muscolare, con Sensi out per 31 giorni (6 partite). Da lì in avanti però le cose sono migliorate nettamente per Sensi, perlomeno rispetto alla media di 2019 e 2020, in cui ad ogni rientro corrispondeva in sostanza un nuovo problema fisico. Nel 2021 infatti Sensi ha patito solo un leggero affaticamento muscolare a febbraio, che lo ha tenuto lontano dal campo per una decina di giorni per un totale di 3 partite saltate. A giugno poi, senza però competizioni con l’Inter da sostenere, ha avuto un problema muscolare che gli ha impedito di andare all’europeo con la Nazionale azzurra, vittoriosa poi in finale contro l’Inghilterra.
Ieri poi, dopo un ottimo pre campionato e delle buone impressioni nelle prime uscite, la lesione del collaterale del ginocchio in uno scontro fortuito con Yoshida, che dovrebbe tenerlo ai box per circa un mese. Insomma, il ragazzo è sicuramente soggetto a patire problemi muscolari di lieve e media entità, rapidi da recuperare ma molto fastidiosi. Oltre al periodo fuori dal campo infatti, va anche tenuto conto della perdita conseguente di condizione fisica, così come della perdita graduale del ritmo partita.
Sensi non ha mai trovato continuità da quel maledetto Inter-Juve in cui il suo calvario ha avuto inizio, ma è evidente come negli ultimi mesi la situazione sia migliorata. La preparazione atletica di Inzaghi è sicuramente differente rispetto a quella massacrante di Antonio Conte. Il tecnico ex Lazio infatti preferisce far correre la palla piuttosto che gli uomini, è meno rigido rispetto all’allenatore Campione d’Italia. Ecco perché, con un carico di lavoro più leggero ed i muscoli meno sollecitati in settimana, Sensi ha comunque la seria possibilità di tornare, se non quello di prima, perlomeno una risorsa concreta. Quello con la Sampdoria si può vedere come uno sfortunato episodio, un incidente nel suo percorso di recupero.
Quello su cui bisognerà lavorare molto però è sicuramente il lato psicologico. Sensi ora come ora è fragile soprattutto mentalmente. E come dargli torto, dopo tanta sfortuna e tanti problemi fisici. A maggior ragione dopo questo infortunio, nato da un comune contrasto di gioco, nemmeno eccessivamente violento. Bisogna motivare il ragazzo, impedirgli di perdere la speranza e la fiducia in sé stesso, farlo sentire ancora importante. Altrimenti nemmeno il fisico di un dio greco potrebbe aiutarlo a tornare quello di prima.
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