“Serie A, rischio penale per i club in caso di nuove positività”: le tempistiche del Governo e tutti i dubbi sulla ripartenza
Non è affatto scontato che si arrivi ad una soluzione per riprendere i campionatiIl sunto, in sintesi: questa sera il Governo ha comunicato – tra le varie misure della fase-2 dopo il lockdown imposto al Paese negli ultimi due mesi per l’emergenza coronavirus – alcune disposizioni per la ripresa delle attività sportive: dal 4 maggio quelle individuali (per professionisti e non professionisti di interesse nazionale) e dal 18 maggio quelle di squadra (a determinate condizioni di sicurezza). La ripresa del campionato di Serie A, intanto, è sempre più un’incognita, perché il fatto che il Governo, oggi, abbia rinviato la questione rischia di concretizzare sempre più il rischio della totale paralizzazione il calcio: e questo mentre l’Olanda ha già fatto sapere di aver interrotto il proprio campionato, e mentre in tutti gli altri Paesi d’Europa – in primis la Francia, dove è ancora grave il caso del calciatore Junior Sambia – s’interrogano sul da farsi.
Non è tutto: nella giornata del 25 aprile, il Corriere della Sera spiegava come gli sportivi siano tra le categorie più a rischio, nel caso in cui l’incubazione del virus dovesse avvenire al termine di sforzi fisici intensi o prolungati (come ad esempio partite di calcio o allenamenti), perché il virus, in tal caso, si manifesterebbe con maggior dirompenza. Il 26 aprile, un sondaggio Iziplay ha stabilito che il 64% degli italiani – dato, questo, da prendere con estrema cautela – sarebbe contrario alla ripartenza delle competizioni. A tutto questo, ora, si aggiungono le dichiarazioni, rilasciate all’ANSA, dell’avvocato giuslavorista Giampiero Falasca, che alimentano i dubbi: “In caso di nuovi contagi – sostiene Falasca – c’è il rischio di una responsabilità per i club”.
In altre parole, se – all’eventuale ripresa dei campionati, e pur con tutte le misure di cui pure, in questi giorni, si sta diffusamente discutendo – dovesse verificarsi un nuovo caso di positività tra i calciatori di Serie A, la società – o le società interessate – potrebbero essere chiamate a risponderne penalmente. Ed è comprensibile come questo fatto possa aumentare le perplessità di una certa parte del mondo sportivo – e anche all’interno della stessa Lega Serie A, nonostante l’intenzione apparentemente unanime – in merito alla ripartenza delle competizioni. A non aiutare, poi, è, come detto, la tabella di marcia del Governo: che oggi, appunto, in merito alla Serie A ha ancora deciso di non decidere e che, anche e soprattutto in vista delle coppe di agosto, rischia di arrivare lungo.
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