SKELETONS – Carbone: il Benny che sognava il Becca
E’ possibile cambiare 18 squadre in 19 stagioni, partire dalla Calabria e finire a Pavia passando per l’Inghilterra e l’Australia? C’è chi l’ha fatto ed è il protagonista dello Skeletons di questa settimana, un fantasista dal cognome sporco e dai piedi puliti ma che a San Siro non ha lasciato traccia di sé. Buona lettura e complimenti a Gianni Garofalo, vincitore del nostro gioco a quiz sulla NOSTRA PAGINA FACEBOOK. Questa settimana: CARBONE, IL BENNY CHE SOGNAVA IL BECCA GLI INIZI – Benito ?Benny? Carbone nasce a Bagnara Calabra alla vigilia di ferragosto del 1971 e dopo aver esordito presso la squadra di calcio della vicina Scilla viene ingaggiato dal Torino con il quale esordisce in Serie A nel gennaio del 1989 nel pareggio a reti bianche tra i granata e il Pisa. E? un annata disgraziata per il Toro che retrocede in Serie B e la stagione successiva, nonostante la categoria inferiore, il giovane Carbone fatica a trovare spazio in squadra così nell’estate del 1990 lascia il club per cercare una piazza dove affermarsi. In prestito prima alla Reggina e poi alla Casertana e ad Ascoli, Carbone fa vedere ottimi numeri che convincono i dirigenti granata a investire nuovamente su di lui così dopo 3 anni di lontananza il giocatore torna a Torino, questa volta in Serie A. L’EXPLOIT ? Il Carbone bis nel capoluogo piemontese è un successo, le sue tre reti stagionali accompagnate da innumerevoli giocate più il titolo europeo vinto con la maglia dell’Under 21 fanno sì che la Roma decida di puntare su di lui. Ma il matrimonio con i giallorossi dura poco perché i capitolini dal Napoli comprano l’uruguayano Daniel Fonseca e Carbone – inserito nella trattativa – viene mandato a giocare presso i partenopei. A Napoli gli viene affidata la maglia numero 10 che fu di mostri sacri come Maradona e Zola ma lui non sente il peso della responsabilità e si rivela uno dei migliori giocatori della stagione segnando anche tre reti in Coppa Uefa. Ma il club azzurro vive una grave situazione di crisi economica e così cede il giocatore all’Inter per 6 miliardi di vecchie lire più la comproprietà di Di Napoli e la cessione di Taccola. Carbone all’epoca ha 24 anni e già 6 divise diverse alle spalle, ha segnato e fatto segnare in Italia e in Europa e finalmente ha la grande occasione di poter giocare per l’Inter, la squadra del suo grande idolo da bambino Evaristo Beccalossi. POCO AZZURRO E TANTO NERO ? Carbone è uno dei primi acquisti estivi del neopresidente Moratti e a lui viene affidata la maglia numero 10. E? una stagione sfortunata quella dell’Inter di Ottavio Bianchi e Carbone affonda come tutti i suoi compagni realizzando in tutta la stagione solamente 2 gol in 32 presenze. La stagione di Carbone è grigia e i cambi di allenatore (prima Suarez e poi Hodgson) non modificano le sue prestazioni scadenti tanto che sin da subito si rivela uno dei primi ?pacchi? della presidenza Moratti. La prima rete arriva su punizione a novembre nel successo per 2-1 contro l’Udinese e Carbone a fine partita dichiara ai microfoni che era stato il compagno Paul Ince a dire a Roberto Carlos di lasciar tirare a lui la punizione. Potrebbe essere la svolta ma non è così, Hodgson infatti lo fa spesso giocare fuori ruolo come esterno di sinistra di centrocampo, cosa che inclina il rapporto tra tecnico e giocatore. La stagione seguente Hodgson viene confermato e così, dopo aver capito che non avrà grande spazio in squadra, Carbone decide di tentare l’esperienza oltremanica presso lo Sheffield Wednesday. Si chiude così dopo appena un anno l’esperienza di Carbone, una parentesi sicuramente non indimenticabile sia per il giocatore che per il club che lo lascia andare via per 3 milioni di sterline e nessun rimpianto. BENNY L’INGLESE ? Quando la sua carriera sembra essere arrivata a un punto morto ecco però che Carbone risorge in Inghilterra. Dal 1996 al 1999 vive un triennio d?oro e nella stagione 1998-1999 è il miglior marcatore dello Sheffield venendo inoltre eletto giocatore preferito dei tifosi. Nel 1999 si trasferisce all’Aston Villa dove riesce ad arrivare fino in finale di FA Cup perdendo però poi per 1-0 contro il Chelsea. La stagione al Villa Park Stadium è una delle migliori della carriera e rimane nella storia del club la sua tripletta contro il Leeds impreziosita da un gran gol da ben 35 metri. Ma Carbone a Birmingham resta ancora una volta per una sola stagione andandosene così a giocare nel 2000 al Bradford City. Nel nuovo club raggiunge a 29 anni la piena maturità calcistica e per la prima volta arriva a doppia cifra realizzando 10 reti stagionali ma la squadra conclude il campionato con un desolante ultimo posto che sancisce la retrocessione in seconda serie. Carbone se ne va così a giocare prima al Derby County dove realizza la sua unica rete contro l’ex squadra Aston Villa e poi al Middlesbrough dove segna il suo unico gol contro una squadra a caso: ancora l’Aston Villa. Con l’esperienza al Boro si chiude la parentesi inglese di Benny Carbone che decide trentunenne di tornare a giocare in Italia presso il Como. GLI ULTIMI ANNI ? La squadra lariana in piena crisi economica e di risultati retrocede malamente nell’unica stagione in A e Carbone a fine anno cambia per l’ennesima volta squadra andandosene al Parma dove disputa l’ultima stagione in Serie A segnando 4 reti in 19 partite. Nell’estate 2004 oramai trentatreenne decide di tornare a giocare nella sua Calabria presso il Catanzaro neopromosso in B ma la squadra disputa una stagione disastrosa e retrocede nuovamente salvo poi essere ripescata. Carbone nonostante tutto lascia il Catanzaro per andarsene a giocare nel Vicenza dove nonostante i continui acciacchi gioca una buona stagione ma alla fine di essa lascia nuovamente la squadra. E? il 2006 e il trentacinquenne Carbone decide di tentare un insolita avventura andandosene a giocare in Australia presso il Sidney, la squadra che fu fino alla stagione precedente del grande Dwight Yorke. Carbone esordisce contro l’Adelaide realizzando un gol e due assist ma dopo solo un mese e tre presenze si infortuna lasciando così la squadra. Torna infine al Pavia in C2 dove disputa le ultime tre stagioni della carriera prima di appendere le scarpette al chiodo nel 2010 a 39 anni. Si conclude così la carriera di Benito Carbone, il fantasista che sognava di emulare Beccalossi in nerazzurro. Ora Carbone è un allenatore svincolato dopo l’esonero al Varese ed è in attesa di una nuova panchina. Ben 18 squadre tra cui l’Inter nella sua carriera e tanti numeri d?alta scuola mixati a delle battute a vuoto vertiginose, simbolo della discontinuità che spesso accompagna tanti numeri 10. Carbone non verrà mai ricordato per ciò che ha fatto all’Inter ma anche lui come molti ha corso e giocato per questa maglia e in fondo, nonostante la sua esperienza sia stata tutt?altro che brillante, va ricordato anche per questo.