20 Dicembre 2011

SKELETONS – Sérgio Conceiçao: portafortuna tranne che all’Inter

Se a qualunque tifoso interista voi chiedeste di dire il nome di un?ala portoghese arrivato con grandi credenziali e che in nerazzurro si sia rivelato un grandissimo flop, egli risponderebbe Ricardo Quaresma. Tutti dimenticano però che pochi anni prima di lui c’era stato un altro lusitano a calcare l’erba di San Siro nella stessa infausta maniera, ripercorriamo insieme la sua storia.

Questa settimana ? SERGIO CONCEICAO: PORTAFORTUNA TRANNE CHE ALL’INTER

GLI INIZI – Nella famosa città universitaria portoghese di Coimbra nasce in una giornata di metà novembre del 1974 Sérgio Paulo Marceneiro da Conceiçao. Dopo aver iniziato a giocare presso le giovanili dell’Académica, viene ingaggiato diciassettenne dal Porto che lo manda a fare esperienza in seconda divisione prima al Penafiel poi al Leça e infine al Felgueiras dove debutta in Primeira Liga segnando 4 gol. Nell’estate del 1996 viene richiamato alla casa madre sotto la guida di Antonio Oliveira. Il tecnico lancia subito titolare Conceiçao che non delude le aspettative e rivelandosi uno dei giocatori cardine della squadra che in due stagioni vince due Campionati Portoghesi e una Coppa del Portogallo a cui però non fanno seguito vittorie in Europa. Nell’estate del 1998 il tecnico lascia la squadra e Conceiçao orfano del proprio mentore decide così anch’egli di salutare il Porto e accetta la chiamata della Lazio, fresca finalista di Coppa Uefa e vincitrice della Coppa Italia.

LAZIO E PARMA ? Arrivato a Roma per 9 milioni di euro, esordisce con un gol all’ultimo minuto che consegna la Supercoppa Italiana alla Lazio ai danni della Juventus e per tutta la stagione è uno dei trascinatori dei biancocelesti che arrivano secondi in campionato e vincono a Birmingham la Coppa delle Coppe contro il Maiorca del suo futuro tecnico Cuper. Ovunque giochi Sérgio Conceiçao le sue squadre ottengono trofei tanto da essere etichettato come un portafortuna, così anche nella seconda stagione alla Lazio continua il suo ciclo di vittorie con la Supercoppa Europea, la Coppa Italia e soprattutto lo Scudetto. Con le sue 7 reti in 62 partite di Serie A l’ala portoghese è uno dei giocatori chiave del campionato e viene così convocato a Euro 2000 dove realizza una tripletta contro la Germania e giunge con il Portogallo sino alle semifinali. La Lazio sogna di vincere anche in Champions League e ingaggia Crespo dal Parma, Conceiçao e Almeyda sono i sacrificati destinati ad andare a Parma nella trattativa e il portoghese lascia così malvolentieri Roma dopo due stagioni d’oro. A Parma dopo un inizio difficile con Malesani e la brevissima parentesi Sacchi risorge insieme alla squadra con Ulivieri andando a conquistare il quarto posto in campionato. Ma l’estate del 2001 è un terremoto per i ducali e le cessioni di Buffon e Thuram alla Juventus ridimensionano fortemente la squadra, i gialloblu sostituiscono il portiere con il giovane interista Frey e ancora una volta Sérgio Conceiçao rientra in un?operazione di mercato facendo stavolta le valigie destinazione Milano.

L’INCANTESIMO SI SPEZZA ? Il portoghese arriva in un Appiano totalmente rivoluzionata, la società infatti ha deciso di costruire un nuovo ciclo puntando su Hector Cuper e acquistando giocatori all’apice come Toldo e Materazzi più una serie di giocatori che troveranno ampio risalto in questa rubrica: Vivas, Padalino, Sorondo, il Georgatos bis, Cristiano Zanetti, Emre, Okan, Ventola e Kallon; fortunatamente (o sfortunatamente) grazie anche a loro avremo ancora molto di cui parlare. Con un talismano portafortuna come Sérgio Conceiçao, l’Inter vive una grandissima stagione lottando per il titolo ma per via di qualche presunta coincidenza astrale qualcosa si rompe. L’ala lusitana vive un periodo abulico per via anche di numerosi infortuni che non lo fanno mai rendere al meglio, la squadra perde nel finale di stagioni diverse occasioni che le impediscono di fare il decisivo allungo scudetto e il 5 maggio del 2002 all’Olimpico contro la Lazio arriva una delle più grandi disfatte della storia nerazzurra. La stagione successiva la musica non cambia e Conceiçao totalizza solamente 19 presenze in campionato che sommate alle 22 della precedente stagione realizzano un totale di 41 apparizioni e una sola rete. Dell’esperienza nerazzurra del portoghese c’è poco altro da dire, le sue sono prestazioni totalmente anonime, molti gli errori e i cross sbagliati e tutti i tifosi si chiedono come sia stato possibile un infiacchimento tale per un giocatore che a San Siro da avversario aveva realizzato prestazioni superlative come questa

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IL DEFINITIVO DECLINO ? Nell’estate del 2003 il giocatore e l’Inter si separano consensualmente e Conceiçao torna alla Lazio dove però realizza appena 7 presenze prima di salutare tristemente in gennaio il calcio italiano e accasarsi nuovamente al Porto guidato da un tecnico emergente chiamato Josè Mourinho. E’ un anno magico per i biancoblu che vincono il Campionato Portoghese e soprattutto la Champions League, Conceiçao si dimostra così – nonostante un modesto impiego sul campo – un grandissimo talismano portafortuna e i tifosi nerazzurri sempre più si interrogano sul perché solo all’Inter abbia portato iella. Il Porto non gli rinnova il contratto, lui allora firma un accordo annuale con i belgi dello Standard Liegi, squadra in cui rinasce e dove vince il premio di Giocatore dell’Anno del Campionato Belga che gli vale il rinnovo. A Liegi in totale milita 3 stagioni siglando ben 21 reti ma l’idillio si rompe quando in seguito a un aggressione all’arbitro Peter Vervecken viene squalificato dalla Federazione Belga per 3 anni e così lui oramai trentatreenne accetta i petrodollari dell’Al-Qadisiya andandosene a giocare in Qatar. Sconcertato dal bassissimo livello del campionato del Qatar, dove comunque totalizza 7 presenze condite da 5 reti, egli decide di tornare in Europa per l’ultima esperienza della sua carriera presso i greci del Paok di Salonicco dove gioca fino al novembre del 2009 e occupa ? una volta appese le scarpette al chiodo – il ruolo di direttore sportivo. E pensare che l’arrivo di Conceiçao in Grecia era stato tutt?altro che dei migliori, con le feroci critiche dei tifosi al direttore tecnico Zisis Vryzas (ex giocatore tra l’altro di Perugia e Fiorentina) che aveva contattato il portoghese in prima persona affidandogli inoltre la maglia numero 7 della leggenda del calcio greco Theodoros Zagorakis. Dalla scorsa stagione è tornato infine in Belgio a ricoprire il ruolo di vice dell’allenatore presso lo Standard Liegi, ruolo che ricopre tuttora.

Sérgio Conceiçao è stato un giocatore che ha sempre diviso l’opinione pubblica sul suo conto, a gente che adorava il suo modo di giocare hanno fatto sempre da contraltare coloro che lo ritenevano un giocatore sopravvalutato. A voi la scelta su quale schieramento appartenere, indipendentemente da ciò qualora passiate dalle parti di Coimbra andate a visitare lo stadio della città, uno dei pochissimi stadi intitolati a una persona ancora in vita, l’Estadio Municipal Sergio Conceiçao.