1 Marzo 2019

Skriniar: “Sogno la Champions, nel calcio contano le vittorie. Spalletti grande allenatore, con de Vrij ottimo rapporto”

Le parole del centrale nerazzurro nella lunga intervista realizzata su Sky Sport

Arrivato tra lo scetticismo generale all’Inter, Milan Skriniar ha impiegato pochissimo tempo per prendersi in mano la leadership non solo della retroguardia nerazzurra, ma di tutta la squadra. Il difensore centrale slovacco, dopo la scorsa annata della consacrazione, si può già annoverare tra i migliori difensori centrali del mondo, un vero e proprio prodotto pregiato per il club nerazzurro. Protagonista della nuova puntata prodotta da Sky Sport ‘I Signori del calcio della Serie A’, ecco la lunghissima intervista di Skriniar, tra passato, presente e futuro…

TIFOSI NERAZZURRI – “Quando l’Inter mi ha comprato era un po’ diverso. Non ero conosciuto come giocatore e pure per il mio nome…Poi piano piano è cambiato tutto. Pure durante l’ultima di EL quando mi hanno sostituito ho ricevuto tanti applausi. Significa tanto per me, ringrazio i tifosi. Un legame speciale? Non so se c’è, i tifosi mi vogliono bene. Penso forse che per le mie prestazioni mi applaudono così, mi fanno emozionare tanto”.

SOGNO – “Il mio sogno da bambino era quello di diventare top player e giocare per una grande squadra come l’Inter. Sono nato da una famiglia molto appassionata al calcio: mio padre giocava come mio nonno e mio fratello. Volevo diventare così anche io. Il mio idolo era Ronaldo: me lo ricordo al mondiale del 2002 quando diventò capocannoniere. Da bambini tutti vogliono fare gol e fare assist, io ero come tutti i bambini”.

RUOLO – “Il mio ruolo era da centrocampista fino a cinque anni fa, in Nazionale giocavo lì anche un anno fa. Da bambino ero attaccante e poi sono diventato difensore. E’ il mio ruolo preferito, spero di non diventare portiere. Non è facile marcare i grandi calciatori d’Europa e d’Italia. Un difensore deve essere preparato per ogni tipo di attaccante, ed a me ha aiutato tanto lo Zilina con il suo allenatore. Mi ha fatto diventare un difensore centrale lui”.

DIFENSORI CHE STIMA – “Ramos miglior difensore al mondo soprattutto per personalità poi c’è Koulibaly con Van Dijk. Si vede che è uno che comanda. Sono i tre più forti di tutti. Con de Vrij grande rapporto anche fuori dal campo, siamo insieme in stanza. Parliamo tanto anche fuori dal campo. Ma è importante dimostrare di stare bene insieme e ci aiutiamo anche in gara. E’ un calciatore forte, mi piace molto. Possiamo dirci di tutto: ‘Questo potevamo fare meglio e questo va bene’. Lucio e Samuel? Non so chi ci ha paragonati a loro, ma non ne parliamo noi”.

SAMPDORIA – “I miei primi pensieri quando sono arrivato a Genova ho pensato che la qualità era un passo avanti. Quando sono arrivato nella Samp subito dopo ho parlato con Hamsik e lui mi ha fatto capire qualcosa del calcio italiano. In Italia non era facile: non sapevo la lingua e non ho quasi mai giocato. Ogni tanto non mi allenavo nemmeno con la squadra. Poi piano piano ho cominciato a giocare, contro Lazio e Palermo. Io mi ero sentito bene e tutti si complimentarono con me. Contro la Juventus ero stato espulso dopo pochissimo: che sfortuna! Dopo questo periodo volevo andare via, volevo giocare di più. Ero abituato a giocare quasi sempre ed in Italia giocavo poco. Gianpaolo? Nelle prime partite ho fatto errori, ma lui mi ha sempre dato fiducia. Non so perché, ancora glielo devo chiedere. E’ grazie a lui se sono qui all’Inter, mi ha aiutato tanto nella crescita. La Sampdoria una cosa bellissima, ho vinto 3 derby. Ricordo quello vinto 1-0, i tifosi erano contentissimi e mi ha lasciato dentro tanti ricordi. Anche la città e il mare, la Sampdoria la porto sempre con me”.

INTER – “Primi contatti con l’Inter? Mi ha chiamato mio amico che fa anche procuratore. Durante l’Europeo mi aveva chiamato dicendomi che c’era questa possibilità, che i club stavano trovano l’accordo. Ho detto subito di sì ed è nata la cosa. Sono arrivato a Malpensa, ho fatto visite mediche e poi sono andato alla sede dell’Inter. C’era il mio procuratore e parlavamo di cifre, di queste cose. Ma nella mia testa c’era solo l’Inter, volevo firmare subito. Le cose andavano fatte per bene, se lo ricordo mi emoziono adesso. Ero ancora in vacanza, ho firmato e poi sono tornato in Slovacchia. Ero contentissimo, non vedevo l’ora di iniziare la stagione. Siamo andati prima in ritiro a Brunico e poi in Cina. La prima partita contro il Norimberga ho giocato il primo tempo ed ero contentissimo, non me l’aspettavo. Poi contro Bayern, Chelsea… grandi partite e grandi emozioni.

SPALLETTI – “Mi ha chiamato subito dicendo che non vedeva l’ora di lavorare insieme, questo mi ha dato fiducia. Lui ha creduto da subito in me. E’ un allenatore che vuole avere tutto chiaro, questo mi piace. Se lavoriamo sulla linea difensiva, vuole sempre sapere come abbiamo lavorato. E’ una grande persona e come allenatore è forte forte”.

DERBY – “Mi è rimasto il primo, 3-2 con tripletta di Mauro. Ero contento, il derby è sempre il derby. Anche se era prima volta per me, il derby si sente dalla settimana prima e questo mi emoziona. La partita contro la Juve è derby di Italia, una grande cosa. Da quando sono arrivato in Italia, la Juve ha sempre vinto, sapevo che era una partita speciale. La prima volta abbiamo pareggiato fuori cosa, la secondo purtroppo l’abbiamo persa in casa. Ma pur sempre una partita speciale, una grande esperienza per me, soprattutto per come la vivono i tifosi con noi. In Slovacchia una volta era così, adesso purtroppo no”.

PERISIC – “Il primo giorno all’Inter ero in stanza con Perisic, abbiamo parlato insieme e mi ha spiegato come funziona qui. E’ un grande professionista, sono diversi che fanno queste cose. Anch’io sento adesso che ho bisogno di fare più forza, altri in cui devo riposare”.

RIVALI – Attaccante che mi ha messo più in difficoltà? Difficile dirne uno, ce ne sono molti bravi e devo essere preparato per tutti. Adesso non riesco a dirne uno”.

AMBIZIONI – “Da bambino volevo diventare un calciatore da grande club, come tutti i calciatori anch’io voglio vincere qualcosa di grande, o anche più cose. Alla fine in memoria resta quello che ha vinto un calciatore e anch’io voglio farlo. Per tanti calciatori il sogno è vincere la Champions e lo è anche per me, ma bisogna partire piano piano. Ho vinto poco e voglio iniziare da adesso”.

BANDIERA E NUMERO – “Bandiera come Hamsik? Se lo faccio all’Inter sono contento. Non ho fretta di andare via e posso restare per i prossimi 15 anni. L’Inter è un grande club. Numero lo avevo anche nella Samp, ho fatto bene e l’ho lasciato. Il mio preferito è il 17, quando ho iniziato in Slovacchia avevo il numero 3, così ho mischiato questi due ed è uscito il 37″.

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