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Sneijder: “Perché l’Inter oggi è alla pari con City e Real”

Wesley Sneijder in carriera è riuscito nell’impresa di battere una squadra di Pep Guardiola: il precedente lo ricordano tutti e risale al 2010. L’ex giocatore dell’Inter, sempre molto legato al mondo nerazzurro, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport soffermandosi sull’impegno di stasera contro il Manchester City.

FAVORITE CHAMPIONS – “Posso solo dire che non partono necessariamente avanti solo City e Real e che in primissima fila c’è anche la mia Inter. Ormai la squadra ha un’aura speciale, può arrivare in semifinale e oltre. Certo, in questa Coppa l’imprevisto è dietro l’angolo, ma tutte le big sanno che se la dovranno vedere con l’Inter”.

INIZIO INTER – “C’è molta pressione sull’Inter che ha vinto uno scudetto storico e ha tutto per ripetersi. In generale, la squadra non si è potuta allenare con continuità, e questo vale soprattutto per Lautaro, anche così si spiega la partita negativa di Monza. Credetemi, però: non c’è nessun allarme, niente di cui preoccuparsi. La squadra è forte, ha radici solide. Ma è anche vero che quest’anno ha rivali più agguerrite“.

LAUTARO – “Partiamo col dire che Lautaro vale Haaland. E vale gli altri grandi attaccanti di questa epoca: trovatemelo un altro che sa segnare in tutti i modi possibili. La vittoria da protagonista in nazionale gli ha dato un altro status, ma lo ha pure stancato un po’: normale, deve solo ritrovare la forma. Non capisco questa preoccupazione per il fatto che non abbia ancora segnato: sappiamo tutti che succcederà, presto, e da quel momento in poi non si fermerà. È la legge dei bomber di razza. Poi ha compagni all’altezza: Thuram è ormai una certezza, Arnautovic spacca le partite, e scoprirete presto pure Taremi...“.

HAALAND – “Non esiste un giocatore impossibile da fermare: devi solo difendere bene e con la collaborazione di tutti. Haaland si ferma non facendolo girare, con i raddoppi, con gli anticipi. L’Inter ci è riuscita una volta, grazie alla marcatura di Acerbi e non solo: perché non può farlo di nuovo?“.

FINALE 2023 – “Se l’Inter non ha una Champions in più è solo per qualche dettaglio e un po’ di sfortuna. Io la finale di Istanbul l’ho vista dal vivo e la ricordo bene: serve lo stesso coraggio. L’Inter ha un’identità forte e un modulo difficile da leggere per gli avversari: non è facile giocarci contro, neanche se ti chiami City…“.

CENTROCAMPISTI E PORTIERI – “Nella finale si era infortunato De Bruyne e il suo ritorno può essere un fattore chiave, ma dall’altro lato il dinamismo che ha Barella è unico. Poi Rodri e Calhanoglu sono tra i registi migliori del mondo. Ma sapete chi può davvero fare la differenza? I portieri. Con Ederson non devi farti mai trovare fuori posizione perché alza la testa e bum, lancia dalla sua porta. Però, anche Sommer è una sicurezza quando c’è da usare le mani“.

Simone De Stefanis

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