Intervenuto sulle frequenze di La7 nel corso dell’appuntamento mattutina con Omnibus, il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora, imbeccato anche dalle domande del giornalista in collegamento Sandro Piccinini, ha fatto ulteriore chiarezza sulla posizione del governo nei confronti del calcio. Il ministro ha spiegato che il futuro del campionato italiano è in mano al parere del comitato scientifico che nei prossimi giorni si esprimerà sul nuovo protocollo per gli allenamenti delle formazioni di Serie A. Spadafora ha infine garantito al 100% che in caso di ripresa verrà vietato l’accesso agli stadi ai tifosi.
NO ALLA RIPRESA – “Continuano i contatti tra comitato tecnico-scientifico e FIGC che aveva presentato un protocollo per la ripresa degli allenamenti ritenuto insufficiente dal comitato. Oggi ci aspettiamo esserci ulteriori contatti, però io ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato. Capisco che mi dicono di non lasciare tutti nell’incertezza, ma l’unico modo per non dare incertezza è fare come Francia e Olanda. La strada per la ripresa della Serie A è sempre più stretta, tornare agli allenamenti sarebbe un segnale importante perché gli atleti hanno bisogno. I presidenti dovrebbero preoccuparsi di attrezzarsi per ripartire in sicurezza. Le decisioni che stanno prendendo gli altri Paesi potrebbero portare anche l’Italia a seguire una linea che diventerebbe europea”.
PAROLE LOTITO – “Credo e spero che ci fosse ironia nelle sue parole. Lo sport non poteva essere riaperto per tutti, così com’è stato per tutti gli altri settori. Ci sono milioni di persone tra tutti gli sport interessati a capire come ripartire. Tutti i settori dovevano ripartire contingentando i numeri. Fossero ripartiti immediatamente gli sport di squadra, quelli individuali avrebbero protestato. Noi abbiamo optato per far ripartire poche migliaia di persone tra professionisti di sport individuali e abbiamo deciso di stoppare gli sport di squadra. Aggiungiamoci che il protocollo per la ripresa del calcio non era sufficiente. Io credo che nei prossimi giorni potremo avere anche una sorpresa. Potrebbero essere anche i presidenti a chiedere di sospendere per prepararsi al meglio al nuovo campionato”.
RISCHIO ZERO – “Rischio zero? Non lo cerco perché non lo possiamo trovare come Italia o Paese. Non c’è rischio zero neanche per quelli che tornano a lavoro. Io mi sono limitato a chiedere che il comitato tecnico-scientifico definisse attuabile il protocollo proposto dalla FIGC. Esempio: siamo sicuri di poter fare tutti i tamponi previsti dal protocollo della FIGC? Non solo per la Serie A, ma anche per gli altri campionati che non hanno risorse. Il calcio produce un fatturato e paga tasse allo Stato che consente di alimentare il fondo con cui sostenere tutti gli altri sport, quindi sarei un folle se volessi danneggiare il calcio. Ma bisogna fare andare avanti, ad oggi non posso dire se a metà giugno si potrà giocare. Spero solo che il Paese si riprenda presto, ma non lo posso sapere in questo momento. Inghilterra e Germania è vero che non si sono fermati, ma stanno pensando ad un piano B. In Inghilterra per esempio stanno pensando di trasmettere le partite in chiaro se si riparte, qui quando l’ho proposto sappiamo cos’è successo. Il mio dovere è aiutare le società, ma se non si potrà tornare in campo in sicurezza il campionato dovrà fermarsi. Il comitato tecnico-scientifico ha suggerito che l’ennesimo DPCM fosse a scadenza ravvicinata perché quelle due settimane serviranno per capire l’evoluzione dei dati. Sono ancora troppe le persone che muoiono quotidianamente, però mi sembra assurdo che se ne accorgano tutti, tranne 3-4 presidenti di Serie A”.
INGRESSO VIETATO – “L’unica certezza è che al 100% si giocherà a porte chiuse se si riparte. Però sapete che le squadre di calcio non sono solo i calciatori, ma anche gli staff e tutto quello che serve per l’impianto. C’è una differenza sostanziale inoltre tra allenamenti e competizioni. Se dovessero ripartire le competizioni, le squadra dovrebbero anche spostarsi tra le Regioni. Migliaia di persone che si spostano. Non è detto che non possa accadere visto che dal 4 maggio se ne spostano milioni, ma bisogna vedere con che livello di sicurezza. Cosa accade adesso se oggi riprendiamo e un calciatore risulta positivo?”.
NUOVO PARERE – “In ogni caso va fatto l’appello a Lega e FIGC di pensare ad un piano B per il calcio. Sono convinto che al massimo entro questa settimana il comitato scientifico si esprimerà sul protocollo per gli allenamenti per vedere se è attuabile o meno. Questo ci consentirà di dire in pochi giorni alla Lega se si potrà tornare agli allenamenti il 18 maggio. Sulla ripresa del campionato ora non si può sapere, decideremo con il comitato”.
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