Spalletti chiama Suning: i limiti della rosa lo preoccupano. Inspiegabile la vicenda Ramires…
Il tecnico di Certaldo sembra ritenere che la rosa a disposizione non basti per blindare il quarto postoPer centrare il traguardo Champions, questa Inter rischia di non bastare. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport infatti, se da un lato Suning chiede il ritorno immediato nell’Europa che conta, e lo fa nonostante un mercato finora impalpabile (sia in estate sia in questa finestra invernale), dal canto suo Spalletti inizia allora forse a stufarsi di fare da scudo a tutti, di garantire traguardi che vanno magari oltre il reale valore tecnico della rosa, di recitare in un certo senso la parte dell’«aziendalista» a oltranza. Un «fastidio» che sembra emergere forte dai concetti espressi ai microfoni della Rai domenica notte: «Io non mi sono mai lamentato con questa società e avrei anche qualche possibilità di farlo – ha detto Spalletti – All’inizio siamo partiti con delle potenzialità che poi in seguito si sono ridotte perché abbiamo dovuto smettere di fare mercato. L’obbligo di restare nell’ambito di una correttezza di operatività ci ha portato a questo punto… La difesa andava coperta numericamente, nel mezzo ci vorrebbe invece qualcuno che abbia il livello di calcio adatto a lottare per dei primati importanti». Così quindi sull’acquisto di Rafinha: «Non si può chiedere a qualcuno che non gioca da un anno e mezzo di metterci a posto le cose. Siamo noi che dovremo aiutare lui, non viceversa. Rafinha ha giocato 5-6 partite nell’ultimo anno. Il ritmo gara è un’altra cosa. La squadra comunque grosso modo è questa, e le cose ce le metteremo a posto noi. Chi non è da Inter lo metto fuori e non gioca più..
Insomma – secondo quanto è possibile leggere sulle colonne della rosea – il concetto è chiaro: l’attuale bocca da fuoco non basta per mettere al sicuro almeno il quarto posto in campionato, la rosa va completata e migliorata. Spalletti di suo ci ha già messo molto. Il bicchiere mezzo pieno è infatti figlio quasi unicamente della bravura mostrata sul campo proprio dal tecnico toscano: la squadra non ha mai perso negli scontri diretti (4 punti strappati alla Roma, vittoria nel derby, pareggi esterni con Napoli e Juventus, quindi lo 0-0 di San Siro contro la Lazio), dimostra solidità a livello di organizzazione e resta sempre agganciata alla partita anche nei momenti più complicati. Tutti indicatori di un lavoro attento, professionale e all’avanguardia durante la settimana, sia tecnicamente sia dal punto di vista mentale. C’è poi però un preoccupante bicchiere mezzo vuoto: appunto il lunghissimo digiuno di vittorie (l’ultima il 3 dicembre, 5-0 al Chievo); la crisi piena di alcuni uomini-chiave, tipo Perisic e Candreva; le scarse alternative e soprattutto la bassa qualità generale da centrocampo in avanti.
Nei momenti di difficoltà – prosegue La Gazzetta dello Sport – il 58enne tecnico nerazzurro si gira verso la panchina e non può fare altro che constatare una certa povertà di alternative, obiettivamente un grave handicap per chi è «obbligato» a non perdere di vista le prime quattro posizioni. In pratica, Luciano da Certaldo non può oggi permettersi un «piano B» convincente dal punto di vista tattico. E qui le colpe della proprietà non sono trascurabili. Okay il Fair play finanziario, va bene le restrizioni del governo cinese, ma il mancato prestito (oneroso) di Ramires resta per esempio inspiegabile. Il brasiliano vuole la Serie A, Fabio Capello non ha posto veti e il coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports Group Walter Sabatini avrebbe già in mano un paio di soluzioni a centrocampo per lo Jiangsu: bisogna però forse prendere atto che per Suning l’Inter è in questo momento parecchio indietro a livello di gerarchie interne all’azienda.
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