Due punti persi, ma un pareggio che non fa troppo male. L’Inter non riesce vincere a La Spezia, al termine di 90 minuti durante i quali ha creato molto, meritando probabilmente più di quanto non abbia poi raccolto. Il risultato del Milan contro il Sassuolo però (sconfitta per 1-2), rende meno amaro il punto, che porta la squadra di Conte a +10 sulla seconda a sei partite dal termine della Serie A.
Il tecnico nerazzurro ha parlato ai microfoni di Sky al termine del match, iniziando con il salutare Pandev, sul quale regala un aneddoto di mercato riguardante lo scorso anno: “Era un’ipotesi per noi sì, i miei dirigenti me ne avevano parlato”.
Sul pareggio: “La pressione è inevitabile che si senta. Non dimentichiamo che tanti calciatori stanno lottando per la prima volta per vincere qualcosa di importante. Oggi, se avessimo vinto, non avremmo rubato nulla. Avremmo potuto essere un po’ più qualitativi nell’ultimo passaggio e nel finalizzare. Ma va bene così, mi interessa che ci sia comunque la prestazione, che i ragazzi siano sul pezzo. Le giornate mancanti diventano sempre meno. Ora dobbiamo recuperare, abbiamo speso molte energie”.
Sulla Superlega ed il lavoro in questi giorni: “Abbiamo avuto solo un giorno dopo il Napoli, perché martedì abbiamo già dovuto preparare la partita di oggi. Inevitabilmente abbiamo ascoltato tutte le notizie. Opinione? Penso che non bisogna mai dimenticare le tradizioni, vanno sempre rispettate. Non bisogna dimenticare che deve esserci sempre la passione, per uno sport che deve essere meritocratico. Lavoriamo per vincere e per guadagnarci qualcosa. Detto questo, penso che tutto quello che sia successo debba far riflettere organismi come l’Uefa. Che riserva solo una minima parte di ciò che guadagna alle squadre che prendono parte alle competizioni. I giocatori sono spremuti come limoni e ci rimettono le società, che dovrebbero essere premiate in maniera più congrua”.
“Non penso” – continua Conte – “che sia giusto che se tu prendi ’10’ di diritti, distribuisci ‘3’ e ti tieni ‘7’. La proporzione deve essere cambiata. Formule? Penso che Champions ed Europa League la debbano giocare i club che se la meritano sul campo. Sennò di che parliamo? Senza meritocrazia il calcio perde significato”.
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