Stankovic: “Perisic ragazzo d’oro, va recuperato. Nainggolan? Con lui in forma è tutta un’altra musica”
L'ex centrocampista nerazzurro ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello SportIn una lunga intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Dejan Stankovic ha voluto mandare messaggi chiari soprattutto alla tifoseria nerazzurra, affermando che ora non è il momento di mollare l’Inter e di criticare tutto e tutti. Ecco le sue parole.
INTER COME ANTI-JUVE – “Non solo ci credevo, ma resto convinto di quello che dicevo. Seguo l’Inter da sempre, con la Lazio ero allo stadio, non c’è niente che io non sappia. Quando parlavo di anti Juve non ero matto. L’Inter ha giocatori di primissimo livello, in tutti i reparti”.
COS’È SUCCESSO – “Qui c’entra la testa. La squadra che a dicembre ha messo in difficoltà la Juve a Torino è la stessa di questo gennaio. E il motivo principale è nel mercato. Penso a Perisic, a Miranda, per certi versi a Icardi: c’è chi si fa scivolare tutto, chi la vive male. Come io ho vissuto male a San Siro i fischi a Perisic“.
COLPE DI PERISIC – “Lo conosco, è un ragazzo d’oro. A volte si fa una dichiarazione di troppo, non pensi alle
conseguenze. Anch’io ho passato un periodo così. C’era Mancini allenatore, non ero in forma, qualcosina da San Siro veniva giù. Ma il ragazzo va recuperato. E vale per Nainggolan“.
RIGORE SBAGLIATO – “I rigori li ho sbagliati anch’io. Non accade nulla. Boskov diceva: non sbaglia solo chi non tira. Ma non possiamo ammazzare Radja. Con tutto il rispetto per gli altri centrocampisti, con lui in forma è un’altra musica”.
COME RECUPERARLI – “Sa come facevo io? Abbassavo la testa, non mollavo di un centimetro. Il concetto è chiaro: se non sei al 100%, lascia il 100% di quello che hai in campo, sarà sufficiente per prenderti gli applausi della gente”.
TIFOSI – “Ci sono rimasto male con la Lazio perché ho avvertito tensione allo stadio. E così non è facile per un calciatore. Capisco i tifosi, dopo Sassuolo e Torino tutti volevano passare il turno e provare a vincere la coppa. Ok, ma ora che si fa? Si molla? Non si può a febbraio, c’è anche un’Europa League da giocare”.
VINCERE L’EUROPA LEAGUE – “Sono molto fiducioso. Forse l’Inter non è la più forte del gruppo, di sicuro è nel gruppo delle migliori”.
VOCI SU SPALLETTI – “Ma quando non ci sono state voci? Sono in Italia da una vita, ogni anno è una fotocopia. Nelle grandi squadre bisogna essere abituati, se non fai risultati per 23 partite è normale essere messi in discussione, gli allenatori devono saperlo. Accadde pure a Mourinho, nell’anno del Triplete”.
MOU – “Prendemmo tre gol a Catania, Mou era criticato, il campionato si complicava. E quattro giorni dopo avevamo il Chelsea a Londra. Cosa avremmo dovuto fare? Buttarci giù? Abbiamo vinto tutto, poi”.
TRIPLETISTI NELLO SPOGLIATOIO ATTUALE – “Nel nostro spogliatoio non entrava nessuno, con tutto il rispetto dei dirigenti. Se non siamo arrivati alle mani, poco ci mancava. Ci dicevamo di tutto, ma tutto in faccia”.
INTER-BOLOGNA: MIHAJLOVIC – “Sinisa per me è un padre. Sicuro: farà di tutto per giocare sulle difficoltà dell’Inter. Ma torno al discorso di prima: se tra Catania e Chelsea si sono viste due Inter diverse, perché ora non può accadere la stessa cosa?”.
IDOLO DI BARELLA – “Ho letto, mi ha fatto piacere. Io a 18 anni ero capitano della Stella Rossa, in Italia
quasi mai un giovane riesce a imporsi. Lui invece ce l’ha fatta, è già un leader. Nel suo futuro c’è solo luce. Magari nell’Inter? Sì, magari”.
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