Semplicemente la nazionale di calcio più forte del mondo.
Questa è la definizione della squadra allenata da Vittorio Pozzo negli anni ’30, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale; una nazionale fortissima, capace di conquistare per ben due volte consecutive il titolo di Campione del Mondo, conquistando la Coppa Rimet, e di confermare lo status di imbattibilità anche nelle Olimpiadi di Berlino, vincendo la medaglia d’oro, finora l’unica nella storia degli azzurri.
Il 15 agosto del 1936 fu l’Austria ad arrendersi agli uomini di Pozzo, capaci di imporsi in finale per 2-1 grazie a una doppietta di Annibale Frossi, l’occhialuto attaccante trascinatore degli azzurri nella competizione che, con 7 gol all’attivo, si laurea anche capocannoniere del torneo.
Un cammino, quello dell’Italia, che si rivela quasi premonitore per le potenze che, da lì a poco, si sarebbero battute in un terreno molto più serio, quello del secondo conflitto bellico: le prime vittorie della nazionale, infatti, sono proprio contro Stati Uniti e Giappone, quest’ultimo addirittura liquidato con un roboante 8-0, prima della semifinale con la Norvegia, archiviata con un 1-0, e della vittoria di misura in finale con l’Austria.
Ancora oggi, a 84 anni di distanza, l’impresa di Berlino risulta essere l’unico trionfo calcistico italiano alle Olimpiadi.
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