C’è il graffio del campione sul sedicesimo scudetto dell’Inter conquistato il 18 maggio 2008 a Parma. Uno scudetto che parla svedese, che parla la lingua di Zlatan Ibrahimovic. Sotto l’acquazzone del Tardini, la banda di Roberto Mancini si gioca il Tricolore all’ultima giornata. Dall’altra, gli emiliani del neo entrato Andrea Manzo, sperano nei tre punti per agguantare una salvezza che varrebbe oro.
E infatti è proprio il Parma a partire forte cercando di impensierire più volte la porta di Julio Cesar. L’Inter però cresce con il passare dei minuti e comincia a macinare diverse azioni grazie agli ispirati Balotelli e Maicon. All’intervallo però il risultato segna ancora 0-0. All’inizio della ripresa i nerazzurri premono sull’acceleratore: col passare dei minuti il Parma si scioglie ma l’Inter non riesce comunque a sfondare. Ed è qui che decide di salire in cattedra Ibra, entrato al 51esimo, dopo una lunga sosta ai box per infortunio e lanciato in campo da mister Mancini come mossa della disperazione.
Dopo le prime prove generale con due tiri fuori al 62esimo il primo gol: strappo di Dejan Stankovic, verticale, l’appoggio per Ibrahimovic, la finta sul tentativo di anticipo di Couto e poi via, il destro a filo d’erba bagnata, prima della scivolata di Castellini. Gol. Al 79′ la seconda sentenza: grande azione di Maicon, cross e sinistro al volo, sempre di Ibrahimovic, a fulminare Pavarini. Nei minuti finali si rovescia il campionato: l’Inter festeggia sotto il diluvio lo scudetto scacciando via le paure e i pessimismi iniziali, il Parma retrocede in B e a Catania i padroni di casa pareggiano contro la Roma condannando quest’ultima al secondo posto.
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