Era arrivato in pompa magna con tanto di presentazione in stile “Ronaldo“, con la nomea del grande bomber brasiliano e l’etichetta del salvatore della patria nerazzurra. E anche i paragoni illustri si erano sprecati: dall’imperatore Adriano ad, appunto, il Fenomeno, già si pensava ad una grande carriera forgiata da gol e trofei. Invece quello di Gabigol è stato uno dei tonfi più rumorosi e pesanti da digerire degli ultimi anni per tutto il mondo Inter.
Arrivato a Milano il 30 agosto 2016 per circa 30 milioni di euro, la sua avventura inizia con l’esclusione dalla lista dei calciatori utilizzabili in Europa League a causa del fair play finanziario. Esordisce poi il 25 settembre in Serie A, ma da lì in poi le presenze sono sempre centellinate e nel corso della stagione non verrà mai preso in considerazione dai ben tre allenatori che si sono susseguiti sulla panchina: Frank De Boer, Stefano Pioli e Stefano Vecchi.
L’unica gioia arrivò il 19 febbraio 2017, a Bologna, contro i padroni di casa. Fu suo il gol vittoria arrivato a 10 minuti dalla fine dopo essere subentrato dalla panchina. Banega innesca D’Ambrosio, palla filtrante perfetta in una difesa, quella del Bologna, super permeabile e tap-in vincente del brasiliano. Prima rete nello stadio in cui anche Ronaldo segnò la sua orima con la maglia dell’Inter. E in un attimo riaffiorarono i tanti paragoni che, purtroppo, sono evaporati velocemente nel giro di – solamente – dieci partite giocate.
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