Se non è stata pazza quella stagione, per l’Inter, ci chiediamo allora quale altra annata possa meritarsi analogo appellativo: stagione 2001-2002, l’Inter si posiziona ai blocchi di partenza con Hector Cuper in panchina, e una rosa che annovera elementi di prima classe. Ronaldo, Vieri, Recoba, Zanetti, Adriano giusto per tenersi stretti. Il campionato si rivelerà un tira e molla di forze in gioco, il triello Juventus-Inter-Roma in vetta alla classifica vedrà – tra l’ottava e la quindicesima giornata – anche la partecipazione straordinaria (non prevista) del Chievo Verona, che proprio nell’arco di quelle otto giornate farà capolino in testa alla graduatoria, salvo poi discendere al quinto posto. L’Inter rimarrà sempre lì, talvolta in testa e talvolta a ruota: sino a prendere la vetta della classifica alla 28esima giornata e mantenendola sino alla 33esima: questo prima di perdere il campionato all’ultima giornata, il 5 maggio 2002, con quel 4-2 della Lazio all’Olimpico nel pomeriggio di “Peruzzi appoggiate ar palo” e altre storie rimaste nell’armadietto degli incubi dei tifosi interisti.
Ma il 16 settembre 2001, che le cose potessero andare a finire così, nessuno se lo poteva ancora immaginare, così come nessuno si poteva immaginare quello che successe appena cinque giorni prima a New York, vedere gli aerei affondare nelle Twin Towers come nel burro e riscoprire la semplicità del terrore. E in un’Italia frastornata e incredula – come tutti i Paesi, di quei tempi – di fronte alle nuove incognite sul piano geopolitico, l’Inter ospita il Venezia a San Siro: un Venezia che, a fine stagione, sarebbe retrocesso arrivando ultimissimo, ma pure questo nessuno se lo immaginava. Era ancora la terza giornata, il terzo giro: fossero state automobili si direbbe che dovessero ancora acquisire il passo gara. E anche quel giorno l’Inter offrì sprazzi di pazzia.
I nerazzurri, alla mezz’ora, si portano in vantaggio con un gol di Mohamed Kallon, e sin qui tutto bene, tutto secondo programma. L’Inter conduce la gara per 1-0 sinché, all’89esimo, il pareggio di Maniero non gela il sangue ai calciatori nerazzurri e ai tifosi presenti allo stadio, che cominciano a rumoreggiare. Due punti persi, non ci voleva, già una settimana prima l’Inter si era fatta riprendere sul 2-2 a Parma all’85esimo: quella volta ci aveva pensato Emiliano Bonazzoli a negare la vittoria all’Inter. La storia, insomma, sembra ripetersi. Non fosse che, la storia, altro non attende che essere cambiata da chi ha nelle proprie corde la possibilità di cambiarla: e quell’elemento, quel giorno, l’Inter lo trova in Adriano, un giovanotto venuto dal Brasile e che promette bene. Ci penserà proprio Adriano, al 93esimo, a rimettere la situazione in sesto per i nerazzurri, a siglare il 2-1, a garantire a Cuper i tre punti, alla sua squadra la vittoria, a San Siro l’esultanza. E a se stesso il primo di tanti gol ufficiali con la maglia dell’Inter.
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