Accadde Oggi – 11 novembre 1984, Inter-Juventus 4-0: come cinque anni prima, la storia che si ripete
Cinque anni prima, l'11 novembre 1979, l'Inter aveva battuto la Juventus sempre per 4-0L’11 novembre 1979 l’Inter di Bersellini batteva 4-0 la Juventus di Trapattoni: l’11 novembre 1984 la storia si ripeteva, e l’Inter di Castagner batteva 4-0 la Juventus sempre di Trapattoni, peraltro campione in carica. E’ un po’ il tabù dell’11 novembre, per i bianconeri, quello contro l’Inter: due scoppole subite a cinque anni di distanza nelle uniche due gare disputate tra interisti e juventini in quella data del calendario. E fu in particolare la partita dell’11 novembre 1984 a destare più clamore di quella precedente: se non altro perché era un evento storico che si ripeteva, un 4-0 dell’Inter alla Juventus: ma anche perché fu una partita, quella, che mise a nudo i limiti di quella Juventus campione in carica che sembrava paradossalmente fuori luogo su un campo di calcio, e che infatti avrebbe chiuso il campionato al sesto posto in una stagione che avrebbe visto – ai suoi titoli di coda – la sorprendente vittoria finale del Verona di Bagnoli.
Quell’11 novembre di 36 anni fa ci vollero appena undici minuti e rotti, a Rummenigge, per portare l’Inter in vantaggio: spiovente di Baresi dalla sinistra e colpo di testa di Kalle a punire il portiere bianconero Stefano Tacconi, uno dei pochi giocatori bianconeri che si salvarono in mezzo all’uragano nerazzurro, particolarmente letale di testa – come vedremo – al cospetto di una Juventus che, per contro, nel gioco aereo pareva aver individuato, quel pomeriggio, il proprio tallone d’Achille. Sì, perché di testa in quel derby d’Italia, di gol ne arriveranno a cascata: come il 2-0 firmato da Ferri, che sfrutta magistralmente uno spiovente su punizione servito da Brady; o come il 3-0 di Collovati (75esimo), segnato con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. La ciliegina finale, quella del 4-0, arriva di nuovo da Rummenigge, e stavolta di piede all’88esimo: tiro rasoterra a incrociare sul secondo palo, Tacconi battuto. E’ il sigillo finale, l’umiliazione definitiva per una Juventus il cui Cristiano Ronaldo dell’epoca – Michel Platini – si presenterà in zona mista a rilasciare interviste con indosso un cappotto. Anche se, per il cappotto vero e proprio, sarebbero serviti due gol in più.
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