Stagione 79/80, il dominio nerazzurro
Annate infuocate per la cronaca mondiale, cronaca che investirà a fine stagione anche il calcio italiano con lo scandalo delle scommesse.
NOTIZIE DAL MONDO – In quei mesi il mondo viveva periodi di massima tensione: Nel luglio del 1979 Saddam Hussein diventava presidente dell’Iraq, le BR e la mafia falcidiavano il nostro stato con attentati e rapimenti, nell’ottobre dello stesso anno fu assegnato, e rifiutato, il nobel per la pace a Madre Teresa di Calcutta. Nel gennaio 1980 Indira Gandhi vince le elezioni indiane tornando al governo, in aprile muore il grande filosofo esistenzialista Jean Paul Sartre all’età di 74 anni, mentre Francesco Moser compie l’impresa di vincere per la terza volta consecutiva la classica Parigi-Roubaix. E’ sempre aprile quando un altro grande personaggio lascia per sempre le scene: Alfred Hitchcock che muore all’età di 81 anni.
LA STAGIONE CALCISTICA – In un clima non certo dei migliori anche il calcio vive una stagione tra le più terribili della sua storia. Sportivamente parlando il campionato non ha storia, l’Inter lo domina dall’inizio alla fine. A cercare di stargli dietro è inizialmente la Juventus che raggiunge il picco con il secondo posto dopo sette turni, prima di precipitare nell’anonimato di una stagione che vedrà in Bettega capocannoniere l’unico dato da ricordare. La settima giornata è però da ricordare per altri due avvenimenti: il primo riguarda la fine dell’imbattibilità del Perugia dopo quasi un anno e mezzo, in casa e con un risultato tondo 0-2 per il Torino guidato da Luigi Radice. Ma la cronaca nera entra anche negli stadi, è il 28 ottobre del 1979 e il derby romano tra Roma e Lazio scalda gli animi di una città che vorrebbe tanto potersi distrarre con lo sport. Ma prima dell’inizio della gara Vincenzo Paparelli, tifoso trentenne della Lazio, viene colpito al volto da una razzo lanciato dalla parte opposta dello stadio, trovando la morte poco dopo. Lo sport prova a reagire e nel corso della stagione il nuovo antagonista dell’Inter è il Milan, fresco vincitore dello scudetto della stella, che vive una delle stagioni più umilianti della sua storia per lo scandalo scommesse. Dopo il divario di soli due punti all’ultima di andata inizia la corsa solitaria dei nerazzurri, il campo decide chi è la squadra trionfante, il giudizio è netto, l’Inter vince il dodicesimo scudetto! Per le retrocessioni invece parlerà il giudice sportivo e a cadere nel baratro saranno Milan Lazio e Pescara.
INTER NON BELLA MA COMPATTA – Un Inter unita quella in grado di vincere lo scudetto, arricchita nell’organico dagli innesti di Mozzini e Caso, con la conferma di mister Bersellini e al passaggio ai piani alti di Sandro Mazzola. Un avvio strepitoso con 12 risultati utili consecutivi, ha decisamente lasciato al palo ogni possibile inseguitore. Una squadra costruita dal vivaio, con un super Oriali in mediana, Bordon in porta che respira aria di nazionale, Beppe Baresi a dirigere la difesa, la razionalità di gioco di Caso e le invenzioni di Beccalossi ad illuminare là davanti il bomber Spillo Altobelli, che trova in Muraro il suo partner ideale.
CRESCE LA NAZIONALE DEL FUTURO – Sono gli anni in cui si costruisce la nazionale che andrà a conquistare la coppa del mondo. Il big, dopo stagioni opache a causa di guai fisici è Giancarlo Antognoni che con le sue giocate ha trascinato la Fiorentina in zona Uefa. L’esplosione del campionato è invece quell’ometto tutto pepe e capelli che era inizialmente stato scartato in un provino fatto alla Roma con Helenio Herrera: Bruno Conti. Un giocatore tenace che non molla mai e cosi dopo un po’ di gavetta sbarca finalmente nella capitale e può così coronare il suo sogno. Liedholm lo educa e dà legge al suo talento anarchico, trovandogli un ruolo che gli permetterà di conquistare un posto nella nazionale campione del mondo di qualche anno dopo.
SCOMMETTIAMO CHE – I modi con cui sono emersi gli illeciti sportivi di alcune società di serie A fanno venire i brividi, ma in un periodo dove la legalità era messa in seria discussione ogni modo era lecito, se portava tranquillità. Era il 23 marzo 1980 quando all’uscita degli stadi vengono arrestati alcuni giocatori di Lazio, Milan, Perugia, Avellino, Genoa e Palermo. A scatenare il tutto un commerciante di Roma, Massimo Cruciani, che aveva denunciato una tendenza da parte di alcuni giocatori di serie A a indurlo in scommesse “Sicure”. Se la magistratura ordinarie deciderà di assolvere gli interessati, quella sportiva decreta la retrocessione in b per Milan e Lazio e penalizzazione di 5 punti per Avellino, Bologna e Perugia.