Strama: “L’unico obiettivo è vincere, domani gara tosta. Sull’inserimento dei giovani…”
L’Inter è ancora in corsa per il terzo posto soprattutto grazie ai due scontri diretti contro Udinese e Lazio che possono riaprire i giochi. Domani sera i nerazzurri saranno al Friuli per portare a casa i tre punti. Ecco le dichiarazioni di Andrea Stramaccioni nella consueta conferenza stampa alla vigilia della gara di campionato. UDINESE – “E’ una squadra dal valore innegabile. L’attuale classifica è stata costruita soprattutto in casa e questo è un dato innegabile che dimostra anche le difficoltà della partita”.
RAPPORTO CON MORATTI – “Il patto tra noi arrivò dopo un’ora e mezza di chiacchierata in cui abbiamo parlato di Inter. Mi ha chiesto semplicemente di vincere, cosa che avrebbe chiesto a qualsiasi altro al mio posto perché siamo all’Inter”.
RANOCCHIA E JUAN – “L’assenza di Walter è importante visto che è uno dei migliori difensori al mondo ed è importante per l’Inter ma credo che già mercoledì abbiamo trovato un nuovo equilibrio quando è uscito Samuel e spero che lo troveremo anche domani sera. Le situazioni di Ranocchia e Juan sono completamente diverse: il primo è un giocatore importante e affermato, lo ha dimostrato anche contro il Cagliari; mentre Juan è un giovane interessante, è arrivato infortunato. L’ho fatto giocare anche in Primavera quindi lo conosco e sono certo che si farà trovare pronto quando sarà chiamato in causa”.
MILITO STRAORDINARIO – “Diego è in un momento fantastico e che sia un grande campione non lo scopro di certo io”. PAZZINI – “Anche lui è stato decisivo nelle ultime due partite, come mercoledì in cui ci ha dato quel dinamismo offensivo di cui avevamo bisogno e quando ha sfiorato il gol a Trieste che poteva valere i tre punti. Del resto spesso è più difficile incidere in pochi minuti piuttosto che quando giochi tutta la partita. Lui è un professionista incredibile, si allena al massimo e si fa trovare sempre pronto”.
SNEIJDER E MAICON – “Non mi risultano operazioni per il brasiliano. So che entrambi hanno tanta voglia di rientrare, come Wes che sta facendo anche doppie sedute. Noi li aspettiamo, sono importantissimi per la squadra”.
TATTICA IN VISTA DELL’UDINESE – “Si lavora per avere un’identità e l’idea si deve mantenere perché rappresenta il Dna di una squadra, ma in una singola partita si fanno tante valutazioni anche tattiche quindi bisogna trovare il giusto equilibrio. L’Udinese potrebbe farci male per il gioco che propone, noi lavoriamo perché ciò non avvenga, senza però snaturarci. Dovremo essere un mix tra la nostra identità e accorgimenti sui loro punti di forza”.
ASPETTI DA MIGLIORARE – “Non credo esistano particolari ricette. In queste prime tre partite ho messo in campo soprattutto tanto lavoro. Qualcosa l’abbiamo migliorata e qualcosa di buono la stiamo vedendo. Teniamo per noi i difetti e ci lavoriamo, ma alla fine la strada è solo quella del lavoro. Abbiamo i problemi ma ci lavoriamo in casa”.
I GIOVANI E IL LORO INSERIMENTO – “Su questa tematica risposi già quando ero allenatore della Primavera e quindi la versione è sempre la stessa: io dissi che l’Inter ha molti giovani interessanti ma nella nostra nazione non necessariamente i migliori riescono ad affermarsi in serie A, diversamente da altri Paesi, perché la distanza tra una Primavera top e una squadra di A è geneticamente importante e grossa. I giocatori che riescono ad affermarsi subito sono l’eccezione che conferma la regola, vedi Balotelli. In settimana si è parlato tanto di Destro, ma Obi ha fatto una grandissima partita contro il Siena eppure era compagno di squadra del primo ed è 91 come lui. Credo che questo processo sia difficile in Italia soprattutto ora che si andrà verso un ulteriore ringiovanimento. L’Inter ha giovani interessanti che sono pronti e su di loro c’è un progetto di esplosione importante. Il presidente mi ha chiesto di vincere, di arrivare in Europa, io guardo il valore dei giocatori e non la carta d’identità. Non credo ci siano allenatori giovani che preferiscono un giovane solo perché lo è lui. Lo so che la nostra media è di 30 anni, è un dato oggettivo ma io devo cercare di mettere in campo l’Inter migliore”.
SQUADRE B ANCHE IN ITALIA? – “Questa è una bella domanda. Se ne parla molto in Italia ed è una tematica di attualità, anche se io sono il meno indicato per commentare perché sono l’ultimo arrivato, ma credo che una categoria intermedia tra prima squadra e giovanili sarebbe utile. La NGS era per Under 19 ma molte squadre che abbiamo affrontato avevano anche l’Under 21 e l’Under 23 e integravano giocatori di livelli più alti, mentre noi no”.
ZARATE E IL RISCATTO – “Con questa risposta Moratti ha dimostrato di essere intelligente perché guarda quel che accade in campo. Io quando ho parlato con Zarate gli ho detto che qui all’Inter non si era ancora visto il suo vero valore. Branca e Moratti valuteranno a giugno ma finora Mauro Zarate non si era visto. Poi non so se verrà riscattato”.
L’ALLENATORE DELL’INTER DEVE ESSERE PAZZO? – “Pazzo? Io preferirei imprevedibile, geniale, pazzo proprio non so. Per allenare l’Inter ci vuole incoscienza, questo sì. Per passare da Longo a Milito, forse il presidente ha visto questa incoscienza quando mi ha incontrato”.
IL FUTURO DI STRAMA DA COSA DIPENDE? – “Il Presidente mi ha chiesto di vincere in generale e mi sembra normale, questa è la norma essendo all’Inter. Sto imparando in Serie A che vincere o perdere a volte incide su una prestazione di un allenatore o un giocatore, spostando giudizi per un’inezia. La clausola con Moratti è da Inter, è normale ed è bello così. Vincerle tutte non so se vuol dire restare. Io vorrei vincere sempre e per me sarebbe un sogno. Se resterò vuol dire che ho fatto bene ma io penso giorno per giorno. Stiamo lavorando bene però domani andiamo su uno dei campi più difficili d’Italia e può starci anche un risultato negativo. Cerchiamo di lavorare sul campo”.
FORLAN – “Non è mai stato accantonato: lui, Alvarez, Sneijder e Zarate possono giocare dietro la nostra punta centrale. Da allenatore se ce li ho tutti a disposizione sono contento. Mercoledì ho scelto Alvarez ma non è stata una bocciatura per Forlan”.
ANCORA TATTICA – “Da fuori potrebbe sembrare che siamo la vittima perfetta per l’Udinese, ma in realtà l’intelligenza di un allenatore o una squadra metteranno in campo una squadra che vuol provare a fare la partita e lavorare affinchè l’Udinese non metta in atto le sue armi: le ripartenze, lo sfruttamento dei nostri errori e degli spazi lasciati aperti. Per domani sogno un’Inter che mantenga la sua identità ma che si adegui ai punti di forza dell’avversario. Poi tra preparare e andare in campo passa sempre qualcosa”.
SCONTRI DIRETTI VANTAGGIOSI? – “Per come ragiono io sì, preferisco essere artefice del mio destino. Noi però siamo dietro, se chi è davanti non sbaglia niente siamo fuori, dobbiamo guardare la realtà. Se posso giocarmela preferisco essere artefice del mio destino. Aspettiamo serenamente il verdetto del campo, ma preferisco lo scontro diretto anche se può avere un coefficente di difficoltà superiore che aspettare i risultati degli altri”.
ROMA-UDINESE – “L’ho vista e ho dedotto che ci assomigliamo, e ho tratto degli spunti poi ogni partita vive di episodi propri”.
ROMA AVVERSARIA – “Non ci penso e non dobbiamo affrontarla, per me è una rivale per la Champions come Lazio, Udinese, Napoli. Certo ci sono legato visto che sono stato lì sei anni, ma il mio presente è l’Inter e speriamo sia anche il futuro. La più in forma? E’ un campionato equilibrato ma vale anche per noi, siamo usciti con le ossa rotte da Trieste e siamo ridiventati in forma mercoledì alle 11 di sera. E’ difficile, la Roma quando esprime il suo calcio fa molto bene ma vale anche per le altre”.
RITORNO DI LEO? – “Leonardo è una persona che qui ha fatto bene, ha un valore tecnico elevatissimo, dovunque vada può far bene ed è una persona che non scopro io. Porta un valore aggiunto”.