Strama: “Non parlo mai degli arbitri. Sconfitta immeritata!”
Andrea Stramaccioni nel post partita di ieri sera, esamina la bruciante sconfitta subita contro l’Atalanta che per altro ha interrotto la scia di vittorie consecutive (10 ndr). Il primo riferimento è dedicato al rigore, molto dubbio: “Quello che dico in campo, resta in campo. Avevo detto al quarto uomo che Silvestre aveva preso la palla, perché mi è sembrato che la palla avesse cambiato traiettoria nettamente. Complimenti all’Atalanta per la partita che ha fatto, ma credo che senza il terzo gol, loro non avrebbero vinto. Arbitro? Non voglio parlarne“.
La difesa, ora, è sicuramente il punto debole dell’Inter, le assenze di Samuel e Ranocchia non hanno tardato a farsi sentire: “La formazione era la migliore che potevo mettere in campo e tutti hanno dato il massimo. L’infermeria è piena, ma non piango per le assenze. Cambiasso era in emergenza, ha recuperato in extremis ed ho reputato che in una partita del genere la coperta sarebbe stata comunque corta ed ho voluto avere una parità numerica a centrocampo, coprendo su Maxi Moralez che partiva basso. Ho visto un’ottima Inter, ma complimenti all’Atalanta”.
Curioso l’aneddoto che i giornalisti di Premium Calcio fanno notare al tecnico nerazzurro: “Anche Mourinho lui si fermò a Bergamo prima del Triplete? Non ricordo questa partita. Ripeto, sono l’allenatore dell’Inter e credo che senza il rigore non avremmo perso questa partita“.
Sugli episodi Strama non si nasconde: “Fra Bergamo e Torino non siamo stati fortunatissimi, ma andiamo avanti e lavoriamo, pensiamo al Cagliari e non facciamo pesare questa sconfitta più del dovuto”.
In generale, nonostante la sconfitta, il Mister non boccia la sua Inter: “Chi ha giocato ha fatto bene, non ho visto nessuno sotto tono. Nel calcio c’è anche l’avversario e probabilmente l’Atalanta ha fatto un po’ più di noi. Il terzo gol pesa molto, a prescindere dall’episodio del rigore”.
Chiosa finale sull’arbitro: “Non voglio giudicare l’arbitro, voglio allenare l’Inter. Il disegnatore saprà lui cosa fare. Quello non credo fosse calcio di rigore, ma ognuno ha i suoi occhi e si fa una sua idea. Io mi faccio la mia. Una cosa importante è l’appello che porto sul petto, tutti dovrebbero inviare un sms per la ricerca sul cancro al 45505, così come ho fatto io. Queste sono le cose importanti della vita, non di certo un rigore”.