Stramaccioni: “E’ un sogno, grazie Moratti. Conta essere giovani dentro come Zanetti”
Andrea Stramaccioni da ieri sera è il nuovo tecnico dell’Inter. E’ subentrato a Claudio Ranieri che oramai agli occhi del presidente non aveva più in pugno la squadra. Anch’egli romano, era il tecnico della rosa Primavera nerazzurra che proprio domenica scorsa ha vinto la Next Generation Series, la Champions dei giovani. Massimo Moratti ha scelto dunque di puntare su di lui per il momento. Stramaccioni è stato presentato oggi alla stampa alle ore 17,00 e Passioneinter.com vi ripropone le dichiarazioni integrali della conferenza.
PRIME SENSAZIONI – “E’ un bellissimo sogno, siamo passati dalla vittoria di Londra che adesso sembra lontana qualche mese e poi a quello che è accaduto ieri. Sono emozioni che solo il calcio può trasmettere. La vittoria della NextGenSeries è un grandissimo successo frutto del lavoro di tutti, lavoro di anni e anni. E’ una vittoria dell’Inter e del calcio italiano. La chiamata è stata toltamente inaspettata, un sogno che mi ha regalato Moratti e spero di andare al meglio”. DIFFERENZE TRA PRIMAVERA E PRIMA SQUADRA – “Sono due mondi diversi, uno distante anni luce dall’altro. Inoltre siamo all’Inter, uno dei club più importanti al mondo”.
DISCORSO ALLA SQUADRA – “Ripeto qui senza problemi ciò che ho detto: è un orgoglio allenare questi campioni che fino a ieri ammiravo da fuori. Adesso sono i miei campioni con spessore mondiale, è un piacere ed è stato facile comunicare con loro”.
SOGNO CHE FA PAURA? – “Io credo che se scegli questo lavoro sai che è un sogno, punto. Puoi essere concentrato su tutto, ma il termine paura è inesatto perché è tutto basato sulla concentrazione e io sono stato subito concentrato appena mi ha chiamato il presidente”. SPAZIO AI GIOVANI? – “Quello dello spazio ai giovani è un discrso delicato. I nostri hanno grande talento e rappresentano un patrimonio della società e si deciderà come gestirli al meglio. Ogni giocatore ha il proprio percorso e la propria dimensione, vanno gestiti bene. E’ anche la società che sceglierà come capitalizzarli”. COME IMPOSTARE IL LAVORO? – “Ieri dopo l’incontro con il presidente ho pensato che sono stato me stesso quando gli ho esposto le mie idee e credo che se mi ha dato questa possibilità un presidente che ha scritto la storia del calcio mondiale è perché ha visto ciò che ho fatto in questi sei mesi. Io ho la certezza del mio lavoro con umilità. La paura di bruciarsi non c’è perché chiedo di fare e trasmettere ciò che so fare. So che alleno grandi campioni e ho una società che mi sta sempre accanto”. MOURINHO – “Io mi sento lontano anni luce da lui, uno dei migliori al mondo. Lui ha dimostrato in tutto il mondo quanto vale e rimarrà sempre un mito ma non mi sta vendendo in mente ciò che ha fatto lui con quello che dovrò fare io”. SENSAZIONI DOPO LA CHIAMATA – “Ero lusingato prima quando mi accostavano all’Inter e pensavo che se in sei mesi la dirigenza ha solo per un attimo pensato a me ero contento e lusingato e il fatto che poi la scelta è ricaduta su di me l’ho già commentato prima. E’ ovvio che subentare non è come lavorare dall’inizio però credo che quello che mi ha chiesto il presidente è di portare in prima squadra ciò che lui ha visto anche in Primavera, di portare i colori dell’Inter alla considerazione che meritano. La sua passione ha aumentato anche la mia. Penso a trasmettere ciò che so dare”. MANCANO 9 PARTITE, QUALE E’ L’OBIETTIVO? – “Rispondo con una battuta del presidente: ‘insomma mister dobbiamo vincere’. Inutile pensare a progetti a lunga scadenza, i nostri tifosi sono pazzeschi e quindi è meglio parlare solo di Inter-Genoa e far risultato con il Genoa. Il terzo allenatore campione d’Europa? Non scherziamo, era comunque il settore giovanile”. IDEE CALCISTICHE E NUOVO GIOCO – “Io non devo insegnare nulla, devo semplicemente tramettere le mie idee, quelle che mi hanno portato fin qui. Ho avuto la fortuna di allenare squadre che già erano create per vincere. Bisogna andare in campo per vincere e questo è un obiettivo comune, anche dei calciatori. Lo spogliatoio mi ha colpito, c’è stato ritmo ed entusiasmo. Sono molto contento e soddisfatto, ci credo molto”. ALLENATORI CHE STIMA – “Sono fortunato, non predestinato. A Roma chi mi ha trasmesso di più è stato Luciano Spalletti, lui e il suo staff. La Roma dei record mi ha ispirato tantissime idee. Ci accomuna il fatto che abbiamo preso tutti e due 7 gol in Inghilterra” (ride, ndr).
PENSARE SOLO AL PRESENTE – “Sono orgoglioso di rappresentare l’Inter che è qualcosa di pazzesco, ma sono sempre me stesso. Sono conscio che dobbiamo fare bene e per questo mi sembra il caso di pensare partita dopo partita, solo così si vince. E ora pensiamo al Genoa”.
DEL TU O DEL LEI DALLA SQUADRA? – “Oggi mi hanno dato tutti del lei, però credo che sia una forma di rispetto giusta perché io gli darò tutto il mio rispetto, credo che sia normale, non hanno fatto niente di particolare”.
COME SI FA AD INVOGLIARE I SENATORI? – “Il capitano è un giovane dentro, è quersto ciò che voglio. Lui oggi aveva la stessa voglia di uno della Primavera che si è allenato con la prima squadra. Questo è ciò che deve accadere, tutto ciò che ha anche il presidente”. COME RISOLLEVARE WESLEY SNEIJDER? – “Del passato preferisco non parlare perché non conosco le situazioni e le dinamiche. Lui non ha bisogno di nessuna ricetta, è un campione straordinario e rappresenta uno dei giocatori di maggior spessore. Se sta bene può incidere a livello internazionale, ora non sta bene e aspettiamo di valutare quando tornerà disponibile”. CONFERMA ANCHE PER IL FUTURO? – “Il presidente mi ha chiesto di lavorare e mettere in campo le mie qualità e di far tornare a vincere l’Inter. Ogni cosa ha il suo corso”. DOVE METTER MANO? – “L’Inter non è stata fortunatissima, l’episodio poi va a connotare le prestazioni singole. Oggi ho cominciato a respirare questi calciatori e io li ho trovati bene. Prima di dare giudizi voglio aspettare di giocare”. DEDICA DEL TRAGUARDO – “La dedica è scontata: va alla società che mi ha dato una vetrina a livello di Primavera e mi hanno trattato come se fossi un allenatore davvero importante”. MOMENTO DIFFICILE – “Non facciamo tabelle nè guardiamo la classifica, guardiamo solo al risultato, la mia ricetta è questa: pensare partita dopo partita”.
ELASTICITA’ DI MODULI – “Il settore giovanile è diverso, con la Primavera siamo partiti a luglio e abbiamo lavorato con un grppo nuovo e l’evoluzione del progetto è stata differente. Qua mi trovo con campioni ed è tutto diverso, dal punto d vista tecnic e tattico”.
MESSAGGI DI COMPLIMENTI – “Quello che mi ha fatto più piacere è quello di Bruno Conti, che mi ha scritto prima una locuzione romanesca e poi ‘Quanto sei forte, lo sapevo’ (sorride, ndr)“.
RESPONSABILITA’ – “Non lo so questa sarà un’incoscienza giovanile ma io la vedo diversamente, la squadra è forte e all’altezza, vittima di una stagione non positiva e ho fiducia nei calciatori nella società. Non prefiggiamoci obiettivi, pensiamo solo al Genoa”.