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Stramaccioni: “Inter unica nel calcio, che emozione averla allenata. Scudetto? Conte sta facendo un capolavoro”

Andrea Stramaccioni, ex allenatore dell’Inter, è intervenuto sulle frequenze di Radio Nerazzurra nel giorno del 113esimo compleanno nerazzurro.

Ecco le sue parole: “Per me fu già un grande riconoscimento il fatto di aver attirato l’attenzione dell’Inter per il settore giovanile. Io lavoravo alla Roma e dopo il passaggio di proprietà dalla famiglia Sensi alla società americana, come nerazzurro, è stato un onore aver attirato l’attenzione. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con un gruppo di ragazzi straordinari con i quali abbiamo vinto questa piccola Champions giovanile e quindi, l’interismo – ho imparato anche questa bellissima parola – cresceva in me. Dopodiché la chiamata del presidente Moratti è stato un qualcosa di unico. Qualcuno ci ha addirittura scritto un libro. Una storia davvero incredibile, perché un ragazzo che, comunque non ha fatto la Serie A e non ha avuto la fortuna di fare un percorso, trovarsi ad avere una squadra del calibro come l’Inter con una squadra straordinaria. Perché erano gli eroi del Triplete, giocatori che rimarranno per sempre nel cuore della storia nerazzurra. Una favola bellissima e unica, straordinaria”.

Nessuno come San Siro:Con il mio lavoro, dopo l’esperienza con l’Inter, ho avuto la fortuna di girare il mondo. Ma, lo ripeto sempre, l’atmosfera di San Siro è unica al mondo. Non mi permetto di dire il migliore o il peggiore, ma senz’altro è unico. Quelle tribune verticali non ce le ha nessuno, quell’atmosfera è difficilmente ricreabile in altri ambienti. I numeri dicono che l’Inter è una delle squadre con il maggior numero di abbonati. L’Inter è una squadra che ha sempre avuto una grande passione anche con risultati meno felici”.

Zero rimpianti:Io tutto quel poco che sapevo fare, l’ho messo a disposizione e ho dato tutto. Ho avuto la fortuna di fare il professionista con le cose che ho imparato sul campo. Onestamente sfido chiunque, e basti vedere gli ultimi dieci allenatori dell’Inter, a gestire una società e squadra come l’Inter. Anche allenatori più blasonati del sottoscritto hanno trovato grosse difficoltà proprio perché l’Inter è una delle squadre più ambiziose al mondo e gestire una squadra come l’Inter non è esclusivamente calcio, ma c’è tanto altro ed è una gestione a 360° che ovviamente, l’allenatore dell’Inter deve fare. Penso di poter dire di aver fatto tantissimi errori di cui ho fatto tesoro, ma ho avuto la fortuna di essere aiutato da un presidente unico, e parlo anche e soprattutto della persona. E poi da un gruppo di giocatori straordinario. Da Zanetti a Stankovic, Cordoba e anche lo stesso Materazzi. Tutta gente che mi ha aiutato che ha visto in me del potenziale. Poi è anche normale, vista l’inesperienza che quando i problemi aumentarono, andai in difficoltà. Fu una stagione, specie nel girone di ritorno, piena di infortuni. Ricordo il tendine d’achille di Zanetti, il crociato di Milito e la caviglia di Samuel. Finisco con una battuta. Ho spesso i miei ragazzi della primavera che mi dicono: ‘Mister ti ringrazio per avermi fatto esordire’. Io, anche per scherzare, dico loro che non avendo neanche un giocatore a disposizione era normale che dovessi farli esordire. Non vuole essere un alibi, ma il susseguirsi di questi infortuni con i diversi impegni delle competizioni europee e di coppa, con l’aggiunta delle voci di una possibile e clamorosa cessione di Moratti che era più di una semplice presidenza. Era come in atto un grandissimo terremoto che avrebbe poi scosso una famiglia”.

Ora lo scudetto: “Io credo che Antonio Conte e i giocatori dell’Inter abbiano compiuto e stiano compiendo un capolavoro. Perché l’Inter ha saputo, in dei momenti terribili come l’eliminazione dalla Champions e dalla Coppa Italia che avrebbero comunque potuto segnare il cammino della stagione, tirarsi fuori e rilanciarsi. L’Inter ha un gruppo e una solidità di spogliatoio che si sono viste nella partita di ieri contro la squadra che gioca meglio in Serie A. ha le sue forze. Secondo me oggi l’Inter è una squadra solida contro cui è difficilissimo giocare contro e che ha le sue armi definibili e conoscibili. Ha un gioco chiaro e un gruppo solido: vedere Sanchez, che da subentrato rincorre Toloi che, da terzino si sovrappone, è il significato che dietro c’è un grande gruppo. A me piace tantissimo. Non so come finirà questa stagione, ma senz’altro è una squadra che sta facendo un grande cammino. E spero che sia l’inizio di un percorso”.

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Raffaele Caruso

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